L’accusa che sarebbe alla base dell’arresto di Julian Assange, temutissimo fondatore di WikiLeaks, è di stupro, ma il legale rilancia: “Nessuna violenza, arrestato per non aver usato il condom”.
Questa mattina, la notizia: Assange si è costituito a Londra, sperando che non avvenga l’estradizione perché non vuole “finire nelle mani degli americani”.
Uno dei legali del giornalista australiano ha poi affermato, a The Herald Sun, che “l’accusa di stupro potrebbe avere ripercussioni sulla reputazione della Svezia”.
Le ragazze di cui Assange avrebbe abusato sono entrambe svedesi, chiamate dai media Sarah e Jessica, in quanto il caso è ancora aperto.
Sarah aveva incontrato Assange l’11 agosto scorso, dopo una cena consumarono un rapporto sessuale non protetto. O meglio, il condom si era rotto, ma nessuno dei due diede peso alla faccenda, se non la ragazza, ma per un tornaconto che sarà chiaro solo con l’entrata in scena di Jessica.
Ventenne, quest’ultima entrò a far parte dei volontari che lavoravano al seminario Guerra e ruolo dei media, lo stesso presso cui si erano conosciuti Assange e Sarah. Un corteggiamento finito tra le lenzuola anche stavolta, due incontri sessuali di cui il secondo senza alcuna protezione. Anche in quest’occasione i due si salutarono con la promessa di rivedersi, ma le due ragazze, in seguito ad un consulto, si coalizzarono contro di lui: “Assange è un uomo che ha un’opinione distorta delle donne”, avrebbe poi detto Sarah successivamente.
Per i legali del fondatore di WikiLeaks non vi sono le basi per uno stupro, dal momento in cui i rapporti sono stati consumati da persone consenzienti e senza violenza alcuna, “per il sistema giudiziario svedese, un rapporto sessuale consensuale iniziato con l’intenzione di mettere il condom, svoltosi con l’uso del condom, ma terminato senza, si configura come stupro”.
In seguito all’episodio, Sarah e Jessica avrebbero avuto altri incontri, via sms e telefonate, per tramare alle spalle di Assange.
Carmine Della Pia