Il Tribunale di Forlì ha dichiarato il fallimento di Sapro Spa, la società pubblica per l’insediamento delle attività produttive nel territorio di Forlì-Cesena gravata da un debito di circa 110 milioni di euro. La decisione arriva dopo le due istanze di fallimento avanzate dalla Procura della Repubblica il 3 marzo e il 22 ottobre.
“In realtà, come abbiamo appreso solo oggi, il fallimento era già stato decretato dal Tribunale il 30 novembre”, conferma Lea Mazzotti, commissario liquidatore di Sapro che dal 5 ottobre ha cercato un accordo con i creditori.
I soci della società pubblica, vale a dire i Comuni di Forlì-Cesena, Forlimpopoli, Bertinoro, S.Sofia, e Galeata, la Provincia di Forlì-Cesena e la Camera di Commercio di Forlì-Cesena, in seguito alla decisione del Tribunale, hanno emesso un comunicato congiunto nel quale spiegano che ”dal momento in cui sono entrate nelle proprie funzioni, le amministrazioni socie hanno doverosamente tenuto costantemente informati gli organismi consiliari di quanto avvenuto alla società Sapro Spa, fino ai recenti ultimi avvenimenti, ed hanno attentamente monitorato la società in quest’ultimo, critico, anno e mezzo, con totale spirito di trasparenza”.
“Grande preoccupazione per le conseguenze negative che il fallimento di Sapro provocherà sul nostro sistema produttivo e sul livello occupazionale del nostro territorio, – continua il comunicato – in particolare per le imprese che hanno crediti da riscuotere, per le imprese che hanno acquistato terreni e sono soggette al rischio di revocatorie, per le imprese che hanno progetti di insediamento in corso e per quelle che subiranno forti ritardi nella realizzazione dei loro piani industriali”.
”Ricadute negative – chiude la nota – vi saranno anche sul sistema degli istituti di credito coinvolti. In particolare dispiace notare come le disponibilità dimostrate dalle banche siano state evidentemente diverse tra di loro, mostrando valutazioni diverse sul futuro di Sapro e sulle conseguenze negative per l’economia della provincia di Forlì-Cesena”.
Le banche creditrici, che hanno in mano circa 85 milioni del debito complessivo della società, dal canto loro, non hanno sottoscritto il piano di ristrutturazione ex art. 182 bis e solo in questi giorni alcune di esse hanno dichiarato di prendere in considerazione la proposta della sospensione degli interessi maturati sui crediti chirografari e la riduzione degli interessi maturati sui crediti ipotecari legati alla liquidazione a patto che si riesca a capire che mercato hanno gli immobili di Sapro, i costi del completamento delle aree e la stima delle vendite.
La Cassa di Risparmio di Forlì, uno dei maggiori creditori, ha fatto sapere di ritenersi “libera di agire nelle sedi più opportune” perché dal lavoro del commissario non hanno percepito elementi essenziali per valutare la situazione.
Anche i dipendenti, senza stipendio già da un po’, aspettano risposte.
Marco Notari