Che l’appuntamento del 14 dicembre sia importantissimo, Antonio Di Pietro lo sa bene. Per questo l’apprensione per quel voto che potrebbe portare alla caduta di Silvio Berlusconi non lo abbandona un solo momento e lo spinge, piuttosto, a condurre scrupolosi controlli tra le file dei suoi parlamentari. Corre voce, infatti, che almeno due dipietristi (Domenico Scilipoti e Antonio Razzi) siano tormentati dai dubbi e stiano valutando la possibilità di votare la fiducia al governo Berlusconi. Indiscrezioni che tolgono il sonno al leader dell’Idv, indisponibile a tollerare che i “Giuda” possano annidarsi tra gli scranni dei suoi eletti.
Interpellato da “Il Corriere della Sera” l’ex magistrato ostenta però tranquillità: “Ho parlato con i miei parlamentari, uno ad uno – ha detto – E mi hanno giurato che non hanno alcuna intenzione di abbandonare la nave sicura dell’Idv per andarsi ad appendere all’albero di Giuda”. Ma se si insiste, si verifica che qualche dubbio c’è: “L’onorevole Scilipoti – ha spiegato Di Pietro – è un valente medico omeopata, un bravo deputato, un movimentista incredibile che si batte come un leone in Parlamento. E ci dà pure un sacco di indicazioni mediche, quando qualcuno di noi ha problemi di salute. Sono convinto – ha rimarcato Di pietro – che continuerà a lavorare per il partito“.
Quanto ai rumors sulle minacce che il capogruppo dell’Idv alla Camera Donadi avrebbe rivolto allo stesso Scilipoti qualora avesse votato a favore del governo: “Il capogruppo gli avrà detto che in questo momento bisogna portare a termine gli impegni presi coi cittadini – ha precisato il leader dell’Idv – È ricattare? Non credo volesse intendere proprio questo. Noi non minacciamo nessuno. Sono momenti comprensibili e giustificabili, vista la tensione che c’è nel Paese”.
Ma la situazione appare più complicata per Antonio Razzi: “Nel caso in questione – ha ammesso l’ex togato – le pressioni ricevute sono ancora più forti. Io so solo che è una persona che sta soffrendo e non lo voglio tirare per la giacchetta“. L’onorevole dipietrista starebbe in pratica subendo un pressing logorante da parte dei berluscones che, secondo lo stesso Di Pietro, potrebbe portarlo a consumare il “tradimento”.
“Il 14 dicembre – ha tagliato corto il leader dell’Idv – sapremo, riguardo a tutti i nostri, chi manterrà la parola con gli elettori e chi si venderà per trenta denari. E quel giorno, per la loro coscienza – ha concluso – sarà il giorno del giudizio”.
Maria Saporito