Non si placano le polemiche in merito all’ormai quasi certo voto di fiducia che l’onorevole Domenico Scilipoti accorderà al governo Berlusconi il 14 dicembre nell’Aula di Montecitorio. Il parlamentare, etichettato come ‘Giuda’ dai vertici del suo partito (e presumibilmente anche da una buona fetta di elettori), cerca ora di vestire i panni della vittima, denunciando intimidazioni e parlando addirittura di una congiura nei propri confronti.
Secca e immediata è, però, la replica che giunge dall’Italia dei Valori. Per il vicecapogruppo Idv alla Camera, Antonio Borghesi, “quanto sostiene Scilipoti, su una presunta congiura contro di lui, in base alla quale ‘Repubblica’ e il Pd sarebbero al servizio dell’Italia dei Valori, se non è una barzelletta, si commenta da sé. Se Scilipoti sta cercando un alibi per giustificare la sua decisione – commenta Borghesi – dovrà tentare altrove, certo non accusando di ricatto l’Idv, nella cui storia non si è mai visto l’uso del ricatto contro alcuno. Per spiegare il suo comportamento – spiega il vicecapogruppo dipietrista – dovrà appigliarsi ad altro, anziché usare parole come quelle che ha usato, che mal si addicono ad un partito come l’Idv e in particolar modo al presidente Donadi”.
Sulla stessa linea il portavoce Idv Leoluca Orlando, secondo il quale ”l’onorevole Scilipoti, come qualunque altro deputato dell’Italia dei Valori, non può addurre nessuna motivazione politica per la scelta di sostenere il governo Berlusconi. Vive da dieci anni l’esperienza del nostro partito e sa, come tutti gli italiani sanno, quanto sia intransigente, senza se e senza ma, la nostra opposizione a Berlusconi, al berlusconismo e ad un governo che si è fatto regime”. Ma non basta: ”L’onorevole Scilipoti – avverte Orlando – non ha neanche motivazioni di ruolo politico, essendo un parlamentare di un partito che, grazie alla sua linea intransigente, ha continuamente raddoppiato i propri consensi ed è prevedibile che dovrà raddoppiare anche i propri parlamentari”.
Il portavoce non ammette dubbi: ”Nessuna ragione politica – spiega – neanche in termini di ruolo personale, può giustificare una simile scelta da parte di uno qualsiasi dei nostri parlamentari. Se il 14 dovesse votare la fiducia a Berlusconi, e sento il dovere in questa fase di rifiutarmi ancora di pensarlo, dovremmo cercare quali interessi meta politici o interessi privati-personali, possono avere determinato una simile incomprensibile e ingiustificabile scelta”, conclude Orlando.
Raffaele Emiliano