Mario C. è solo uno dei tanti testimoni oculari sentiti in merito al caso di Yara Gambirasio.
Mentre gli inquirenti continuano a riferirsi alla ginnasta parlando di una persona scomparsa, e non come un cadavere da ritrovare, un’ex guardia giurata racconta di una lite udita quel pomeriggio del 26 novembre, nello stesso tempo in cui la tredicenne di Brembate spariva nel nulla: “Se solo non mi fossi fermato, se solo non mi fossi voltato, forse avrei potuto vedere o sentire qualcosa più utile alle indagini”.
Qualche giorno fa, l’uomo aveva riferito ai carabinieri di un litigio cui aveva assistito lo scorso 26 novembre: un alterco tra due uomini avvenuto nei pressi del palazzetto dello sport. “Ero a passeggio col cagnolino sulla strada principale, saranno state le 18.45, me lo ricordo perché ero uscito poco più di dieci minuti dopo un telegiornale delle 18.30. Ho visto quei due uomini litigare fra loro, e in particolare uno, che sembrava scocciato nei confronti dell’altro, ma poi mi sono girato un attimo per seguire il mio cagnolino e quando mi sono rigirato non c’era più nessuno. Non ho visto nessuna macchina allontanarsi. Se solo mi fossi avvicinato di più, magari avrei potuto notare qualche particolare più utile alle indagini”.
Al centro delle ricerche troviamo ancora una volta proprio il palazzetto, perlustrato dagli esperti della Sco, (servizio centrale operativo) della polizia, dagli agenti della mobile bergamasca e dai carabinieri del Ros, Raggruppamento operativo speciale.
Alla testimonianza dell’ex guardia giurata si accompagna anche quella di una signora che vive nella stessa via. Entrambi avrebbero visto due uomini litigare, ma le versioni sembrano talmente contraddittorie che non si esclude un eccesso di suggestione che influenza i rispettivi ricordi.
Si apprende, intanto, che Enrico Tironi, il vicino di casa che per primo aveva riferito di aver visto Yara, non sia mai stato denunciato per procurato allarme, bensì la sua versione potrebbe essere addirittura utile alle indagini in corso.
Carmine Della Pia
