Riprendono le ricerche per Yara Gambirasio, scomparsa due settimane fa a Brembate di Sopra, Bergamo.
Molte le segnalazioni, poche utili alle ricerche, ma, come dicono gli inquirenti, “prendiamo in considerazione anche le testimonianza più stravaganti”.
Fino a qualche giorno fa si pensava di incanalare una pista ragguardevole, dopo il clamoroso errore che aveva portato all’arresto di una persona innocente, Mohamed Fikri, liberato dopo tre giorni di carcere.
Una signora, infatti, aveva ascoltato un’interferenza mentre comunicava con sua figlia al walkie-talkie: “Ce l’ho, l’ho presa, la portiamo là”. Spaventata, aveva riferito l’accaduto al suo parroco, il quale, a sua volta ,l’aveva invitata a dichiarare tutto alla polizia. La segnalazione era giunta il secondo giorno di ricerche, ma è stata diffusa solo ieri a mezzo stampa. Gli inquirenti hanno stabilito che non è di alcuna utilità alle indagini.
Si prosegue con le ricerche, quindi, con l’aiuto del georadar, un’apparecchiatura messa a disposizione dal Ros di Roma per analizzare il sottosuolo. Come spiega il maggiore Giuseppe Adinolfi, comandante della compagnia di Bergamo, “Si tratta di uno strumento che scatta una sorta di radiografia del terreno grazie all’utilizzo delle onde radio. Un’antenna scorre in superficie e trasmette le onde, che rimbalzano sul sottosuolo e tornano indietro per essere elaborate da un computer”.
Insomma, in tal modo si ha la possibilità di vedere qualsiasi oggetto si nasconda nel sottosuolo, fino a 12 metri di profondità, e mostrare il tutto in 3D.
Nonostante l’utilizzo dello strumento faccia presumere un certo pessimismo nelle indagini (controllare tutto ciò che si nasconde sotto terra non implica che si stia cercando una persona viva), gli inquirenti continuano a pensare che Yara sia ancora tra noi, anche se nessuna pista, a questo punto, può essere del tutto esclusa.
L’unica testimonianza cui gli inquirenti sembrano dare particolare attenzione, nonostante le premesse iniziali per cui si era parlato anche di procurato allarme, è quella di Enrico Tironi, diciannovenne vicino di casa dei Gambirasio.
Carmine Della Pia