Roma: vivere cruelty free, attiviste cavernicole inseguono le signore impellicciate

Roma, 12 dicembre. Ieri, contestualmente alla manifestazione nazionale del PD contro il Governo, il centro della Capitale è stato teatro anche di un’altra iniziativa tanto estemporanea quanto originale e che si proponeva di sensibilizzare le vie dello shopping romano su una tematica molto importante e poco nota.

Nella centralissima Via del Corso e precisamente all’altezza di  largo Goldoni, verso le 17 hanno fatto la loro comparsa Elisa e Giovanna, due attiviste rispettivamente di AAF ( Animal Asia Foundation) e Oipa ( Organizzazione Internazionale Protezione Animali), vestite da cavernicole e con tanto di clava in mano. Alquanto provocatoria, la loro attività era volta a sensibilizzare l’opinione pubblica, intenta a scegliere i regali di Natale, sul funzionamento dell’industria e del mercato delle pellicce. Sul tema si terrà oggi a Firenze un corteo nazionale che vede l’adesione di decine di associazioni e partiti politici. 

Lo squallido ‘mercato delle vanità’ , – si legge nel volantino diffuso dalle due associazioni che hanno operato in modo congiunto – è alimentato da anacronistiche donne-jeti, le quali potrebbero rispondere all’insopprimibile richiamo della vita cavernicola con il non fare più uso della ceretta“. Insomma, che si tengano i propri peli e non vadano a prendere quelli degli altri è il messaggio che pare vogliano far passare.  Le volontarie, indossando “stracci” leopardati, e strisce di pelo rigorosamente finto, si sono presentate con due cartelloni che rivelano alcune delle “tecniche” utilizzate per fabbricare le pellicce e i “colli” che trionfano su un’infinita quantità di giacche e giacconi , acquistabili anche a poco prezzo.

Sui manifesti, fatti  a bandiera, immagini che probabilmente non tutti  sarebbero in grado di affrontare. Animali scuoiati vivi, parlano simbolicamente dopo morti: “il collo di pelliccia che porti addosso era nostro, a noi serviva per vivere, a te no”. E ancora,  “Nel secolo XXI ancora con la pelliccia? avete dimenticato la clava!”

Dopo aver mostrato per una buona mezz’ora i suddetti cartelloni, Elisa e Giovanna hanno iniziato a seguire i “portatori di pelliccia”, cercando con loro, in taluni casi, anche un dialogo.  A “inseguire” loro due, a sostegno della campagna animalista, Loredana Pronio dell’UdC. Pochi sembrano infatti conoscere i modi in cui spesso vengono allevati e uccisi gli animali da pelliccia, e l’acquisto di capi d’abbigliamento dotati di pelo di animale passa anche da questa mancata conoscenza. Sapendolo, probabilmente molte persone ci penserebbero due o tre volte, prima d’indossare un animale morto in quel modo.   A dirlo è anche il consigliere regionale toscano  dei Verdi Mauro Romanelli, in occasione della manifestazione odierna a Firenze. “Ogni anno nel mondo vengono uccisi in maniera barbara e brutale oltre 200 milioni di animali per soddisfare la nostra vanità”.Tutto ciò è un qualcosa che le società moderne ed evolute devono abbandonare: per essere caldi ed eleganti non serve indossare una pelliccia, si può benissimo e facilmente utilizzare capi che non provocano sofferenza ad altri esseri viventi e che sono ambientalmente sostenibili. Non è vero infatti che l’unica alternativa alla pelle sia il sintetico, che comunque ha meno impatto di pelle e pelliccia”

La tecnologia attuale permette ormai  di restare al caldo sfoggiando giacconi esteticamente invidiabili, che vengono però fabbricati con metodi totalmente “cruelty free”. Se nel capoluogo toscano oggi saranno in migliaia a protestare contro le sostenute crudeltà verso gli animali da pelliccia, le due attiviste di AAF e OIPA, nella loro pur breve incursione romana, hanno reso, geograficamente parlando, il messaggio veicolato molto più trasversale. “Lo rifaremo – ci dice Giovanna – almeno un’altra volta prima di Natale e almeno tre a gennaio, durante il periodo dei saldi. Molta gente si è fermata e si è  fatta  fotografare con noi, sono stati solidali, vuol dire che abbiamo colpito nel segno.”

A.S.