Se prima del voto di fiducia la situazione politica era caratterizzata dall’incertezza, dal gran numero di scenari che potevano aprirsi, ora la situazione non è affatto migliorata.
Il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera con soli tre voti di scarto, se questo chiude alcuni scenari, d’altro canto se ne aprono tanti altri.
L’ipotesi di un governo tecnico è ormai accantonata, non sarà certo possibile visti i numeri che sono usciti ieri, ovvero una maggioranza al Senato e una più risicata alla Camera.
Ma ora cosa succederà?
Fini dovrà parlare con i suoi, il suo Fli doveva essere determinante e invece a dare una bella mano al premier sono stati proprio loro.
Le opposizioni possono legittimamente denunciare la compravendita dei voti che ha portato tra le braccia di Berlusconi gli ex Pd Calearo e Cesario, oltre agli ex Idv Scilipoti e Razzi, ma resta il fatto che l’annunciata compattezza di Futuro e libertà non c’è stata e per un Moffa che ha preferito non votare, ben due deputati – Catia Polidori e Anna Maria Siliquini – hanno votato contro la stessa mozione di sfiducia che avevano sottoscritto appena pochi giorni fa, uscendo di fatto dal partito.
Proprio Moffa, in serata, ha annunciato l’addio al gruppo di Futuro e libertà. Dimissioni in polemica con Bocchino e anche con Fini, che definisce incompatibile con il ruolo di presidente della Camera.
In casa Lega a questo punto entrano quindi in scena i tanti dubbi che la giornata di oggi lascia sul tavolo. Incertezze che passano quasi tutte attraverso le scelte di Lega e Udc, le due forze che seppure da posizioni opposte hanno in mano il pallino della crisi. Il ministro Maroni ha ricordato che la maggioranza ha vinto una prova di forza, ma le elezioni restano sullo sfondo.
La Lega ha ben in mente l’ultimo governo Prodi, e non ha intenzione di imitarlo.
Del resto, se in questo caso si poteva dare la colpa ai finiani e presentarli in campagna elettorale come traditori se ora il governo dovesse cadere su un provvedimento non sarebbe altrettanto possibile.
In casa Udc si respira aria di soddisfazione, le opposizioni hanno potuto dimostrare che la maggioranza non c’è più. La risposta del partito di Casini ad un’apertura della maggioranza è stata chiara, il premier vada avanti da solo.Riguardo la reale opposizione, ovvero Pd e Idv, hanno fatto il loro dovere votando a favore della sfiducia, il partito di Di Pietro con qualche malumore visto il tradimento di Scipoliti.
Avevo detto che il massimo a cui poteva aspirare Berlusconi era una vittoria di Pirro, ha detto Bersani, oggi c’è una maggioranza ristretta, l’opposizione si è allargata, il governo non ha la maggioranza assoluta e quindi c’è una situazione di instabilità conclamata e aggravata dovuta alla irresponsabilità di un capo di governo che non prende atto della situazione e cerca di sopravvivere con certi mezzi“.
E in casa Pdl? Si mostrano sorrisi di vittoria ma si pensa alla sconfitta. Il governo ha ottenuto la fiducia, è vero, ma l’ha ottenuta da una maggioranza che non è quella uscita dalle scorse elezioni, e in più è stata votata con i voti anche dell’opposizione, voti che non si avranno certo su ogni provvedimento in cantiere della maggioranza, come ad esempio la temutissima riforma della giustizia.
La grande attesa per il voto non mancherà nuovamente, ma ora riguarderà qualsiasi provvedimento approdi alla Camera.
Matteo Oliviero