A ventiquattr’ore dal voto di fiducia al governo, i tre finiani traditori, Maria Grazia Squilini, Silvano Moffa e Catia Polidori, abbandonano Fli e passano al Gruppo Misto.
Solo ieri avevano votato la fiducia al governo, con un conseguente e scrosciante applauso proveniente dalle poltrone del Pdl, ed oggi hanno commentato le proprie decisioni. Silvano Moffa afferma la perdita di fiducia, appunto, nei confronti di Gianfranco Fini, il quale “doveva creare una nuova formazione nel perimetro del centrodestra, anche europeo, e invece il progetto si è andato sfarinando verso un Terzo polo che non condivido”.
L’ex Fli lamenta un clamoroso errore tattico del partito, ovvero l’aver dato poco ascolto all’apertura cui Silvio Berlusconi, seppure in modo subliminale, era prossimo ad abbracciare: “Se si fosse ascoltato bene il discorso di Berlusconi si sarebbero colte delle aperture, per esempio sulla legge elettorale, che erano contenute nel documento di mediazione che io avevo messo a punto. E il mio era un documento che, nel clima di compravendita di parlamentari che caratterizzava in quei giorni il Parlamento, aveva una sua dignità politica, anzi si proponeva proprio di restituire dignità alla politica”.
Maria Grazia Squilini, invece, ha motivato il proprio cambio di rotta parlando della tendenza antigovernativa cui Fli era destinata a seguire: “Il partito ha cambiato linea politica con una accelerazione antigovernativa che non si poteva condividere. Fino alla convention di Bastia Umbra si diceva che Fli doveva essere la terza gamba del centrodestra, poi è emerso il lato più antigovernativo”. Per ora, la Squilini è iscritta nel Gruppo Misto con Moffa e Polidori, ma non esclude un suo possibile ritorno al Pdl.
I tre sembrano concordi nel giudicare il partito di Fini, “senza futuro”, nonostante il nome. Sottolineando che al centro di Fli domina, soprattutto, la volontà di abbattere il grande nemico, piuttosto che governare il nostro Paese, Squilini conclude enunciando le probabili strade cui il partito andrà incontro: “Fli non è destinato a diventare un grande partito, o implode o rimane un piccolo partito e farà alleanze con altri pezzi dell’opposizione”.
I traditori sono convinti, inoltre, che in futuro altri parlamentari lasceranno il Presidente della Camera alle proprie sorti.
Carmine Della Pia