Scontri a Roma: identificato l’uomo con la pala e il cappotto beige


È stato identificato l’uomo con il cappotto beige e la pala che si agitava, come altri migliaia di dimostranti, durante gli scontri di Roma contro le forze dell’ordine: si tratta di un’estremista di sinistra.

L’immagine dell’uomo è al centro di una disputa di cui si parla sul web, sui giornali e anche all’interno del Pd, i cui esponenti per primi hanno sollevato il dubbio, affermando: “C’erano infiltrati nella manifestazione di ieri a Roma, chi li paga? Chi li ha mandati? Invitiamo il ministro dell’Interno Roberto Maroni ad intervenire”.

Una sequenza di foto mostra come l’uomo con il cappotto beige sia armato prima di pala, poi una sorta di manganello, di un bidone e, ancora, un paio di manette.

Guardando l’immagine che immortala un finanziare mentre impugna una pistola, lui è ancora lì, e un particolare ha sollevato i dubbi: agisce indisturbato tra le forze dell’ordine, aizzandosi contro alcuni poliziotti, ma mai ricevendo lo stesso trattamento riservato a tutti i manifestanti.

In un primo tempo si era diffusa la notizia che la persona fosse tra i fermati di ieri, ma più tardi un’agenzia Ansa aveva smentito. Poco dopo, infine, giunge la notizia che avrebbe dovuto mettere a tacere, almeno in parte, le voci sulla presunta presenza di infiltrati: “L’abbiamo identificato, è un’estremista di sinistra”.

La Guardia di Finanza aveva ammesso la presenza di agenti in borghese tra i dimostranti, e il finanziare impugnava la pistola perché era l’unico oggetto che i manifestanti non gli avevano sottratto: ecco perché qualcuno aveva in testa un casco, e l’uomo col cappotto beige sventolava manette. I manifestanti usavano violenza contro le forze dell’ordine e avrebbero anche rubato loro i propri oggetti.

Nella stessa sequenza fotografica, un’altra persona, che all’apparenza sembra un manifestante, è immortalata mentre impugna una ricetrasmittente.

Di infiltrati durante i cortei si era parlato anche in seguito alle violenze del 2001 a Genova, che costarono la vita a Carlo Giuliani: dopo qualche tempo, però, non fu aperta alcuna indagine al riguardo. Il padre del giovane, Giuliano Giuliani, ha dichiarato all’Adnkronos: “Non bisogna generalizzare, i violenti erano una infima minoranza e i disordini sono stati funzionali agli obiettivi di Berlusconi. È possibile, comunque, che vi fossero degli infiltrati”.

Carmine Della Pia