Italo Bocchino non nasconde l’eccitazione per il nuovo progetto benedetto insieme ai centristi e ai rutelliani. Il luogotenente di Gianfranco Fini è convinto che una nuova fase stia per iniziare e al presidente del Consiglio consiglia di non sottovalutarla e di non fare troppo affidamento sulla possibilità che altri “futuristi” abbandonino il movimento.
“Siamo sereni – ha spiegato il capogruppo di Fli alla Camera in un’intervista a “La Repubblica” – Chi doveva lasciare lo ha fatto, chi ha votato la sfiducia non lo farà. Ora siamo davvero uniti. Se anche il premier conquistasse altri cinque o sei o dieci, sarebbe costretto sempre a galleggiare. O a ricorrere alle urne. Ha un’unica alternativa – ha notato Bocchino – darci ascolto e dialogare. Eviterà pure le elezioni”.
Sulla posizione del polo terzista, che a gennaio presenterà una proposta più strutturata, il finiano ha precisato: “Siamo all’opposizione perché abbiamo votato la sfiducia. Ma saremo costruttivi, né pregiudizialmente a favore né contro. Diremo a Berlusconi: guidi un governo di minoranza? Bene, vai avanti, se porterai in aula provvedimenti di interesse generale, noi li integreremo coi nostri emendamenti e li voteremo. Diversamente – ha continuato Bocchino – farà i conti con la nostra opposizione e tutto il governo dovrà accorrere in aula, magari riporteranno perfino il presidente della Consob Vegas. Sul decreto rifiuti o sulla sicurezza daremo il nostro contributo, per esempio”.
E a chi gli ha fatto notare che i toni particolarmente duri utilizzati due giorni fa alla Camera per giustificare il voto di sfiducia al governo hanno determinato l’allontanamento di Moffa, Polidori e Siliquini: “Non ho nulla da rimproverarmi – ha tagliato corto il “futurista” – Il mio intervento prendeva spunto dalla comunicazione che avevamo ricevuto dalla Siliquini, già seduta ai banchi del Pdl, e dalla Polidori. Moffa nel momento in cui chiede le mie dimissioni sa di aver posto una condizione inaccettabile. Non tanto per me, quanto per Fini. Era un evidente pretesto. Lui come le altre – ha ribadito Bocchino – aveva già fatto le sue scelte“.
“Alla fine, cento parlamentari hanno intrapreso una strada ambiziosa e importante – ha proseguito il finiano – che apre una nuova stagione. In tre ci hanno lasciato. Spiace solo – ha concluso – che siano stati determinanti per tenere in vita il governo”.
Maria Saporito