Scontri Roma: Alfano invia gli ispettori dopo le scarcerazioni, l’Anm protesta

Nuovo braccio di ferro tra il ministro della Giustizia, Angelino Alfano e l’Associazione Nazionale dei Magistrati, in seguito alla decisione di inviare degli ispettori che indaghino sulla scarcerazione degli studenti presunti colpevoli dei gravi scontri avvenuti martedì scorso a Roma.

In una nota del ministero della Giustizia si legge che Alfano, dopo “la scarcerazione dei soggetti responsabili, appena poche ore prima, di gravi atti di guerriglia urbana e di violenta contestazione delle istituzioni”, ha incaricato l’Ispettorato generale di “effettuare l’accertamento urgente sulla conformità formale e sostanziale alle norme del provvedimento disposto dall’autorità giudiziaria”.

Non si fa attendere la replica rabbiosa dell’Anm che esprime ”preoccupazione per l’iniziativa del ministro della Giustizia, che segue le numerose dichiarazioni di esponenti istituzionali, di inviare gli ispettori a Roma con riferimento alla scarcerazione di alcuni manifestanti accusati di aver partecipato agli scontri del 14 dicembre”.

Nella nota a firma del presidente dell’Anm Luca Palamara, del vicepresidente Gioacchino Natoli e del segretario generale Giuseppe Cascini, si legge ancora: ”Siamo di fronte a un’indebita interferenza nello svolgimento dell’attività giudiziaria, che rischia di pregiudicare il regolare accertamento dei fatti e delle responsabilità dei singoli. La nostra condanna degli episodi di violenza cui abbiamo assistito è ferma e netta e l’Anm esprime solidarietà agli appartenenti alle forze dell’ordine che sono rimasti feriti nello svolgimento delle loro funzioni”.
Ma, fanno sapere ancora dall’Anm, ”abbiamo il dovere di ricordare che alla magistratura è affidato il delicatissimo compito di accertare responsabilità individuali, di verificare la fondatezza delle accuse e di valutare la sussistenza dei presupposti per l’applicazione di misure cautelari, a partire dai fondamentali principi della presunzione di non colpevolezza e di assoluta eccezionalità della custodia in corso di processo. Sono principi che sovente molti politici ci ricordano in occasione di inchieste che toccano la pubblica amministrazione e che troppo facilmente vengono dimenticati in altre occasioni”, concludono con una frecciata velenosa i magistrati.

Raffaele Emiliano