Il Vaticano ha condannato duramente la violazione dei diritti umani dei vescovi cinesi che sono stati costretti a partecipare all’Assemblea della Chiesa Patriottica, emanazione del governo. Un atto, che secondo la Santa Sede, rappresenta una chiara violazione della lora libertà di religione e di coscienza.
“A più riprese- si legge nella nota- la Santa Sede aveva fatto conoscere, prima di tutto ai pastori ma pure a tutti i fedeli, anche pubblicamente, che non dovevano partecipare all’evento”. “Ognuno di coloro- continua il comunicato- che erano presenti sa in che misura è responsabile davanti a Dio e alla Chiesa”, sebbene “molti vescovi e sacerdoti sono stati forzati a partecipare all’assemblea”. Riferendosi poi a “coloro che portano nel cuore sconcerto e profonda sofferenza, domandandosi come sia possibile che il proprio vescovo o i propri sacerdoti abbiano partecipato all`assemblea”, il Vaticano chiede di “rimanere saldi e pazienti nella fede”.
La nota fa riferimento anche alla scelta del vescovo Ma Yinglin, presule leggittimo, per presiedere tale assemblea, definendola “deprecabile”. Più in generale, la nota ricorda la lettera del 2007 ai cattolici cinesi con la quale il Papa definiva illegittimi la Conferenza episcopale, l’Associazione patriottica cattolica cinese e la stessa Assemblea. “In particolare – si sottolinea – l’attuale Collegio dei Vescovi Cattolici di Cina non è riconosciuto come Conferenza Episcopale dalla Sede Apostolica”.
Questo rappresenta l’ultima offesa alla dignità e alla libertà della Chiesa Cattolica, dopo la designazione poco tempo fa di un vescovo senza l’approvazione del Vaticano. Atti che, secondo quanto diffuso dalla nota, sono “inaccettabili e ostili”, provocano “grave perdita di fiducia”e hanno danneggiato unilateralmente il dialogo e il clima di fiducia avviati con il governo della Repubblica popolare cinese”. “Non è questo il cammino che la Chiesa deve compiere nel contesto di un grande e nobile Paese, che suscita attenzione nell’opinione pubblica mondiale per le significative mete raggiunte in tanti ambiti – sottolinea la Santa Sede – ma trova ancora difficile attuare gli esigenti dettami di una vera libertà religiosa, che nella sua Costituzione pur professa di rispettare.
Annastella Palasciano