Che fine ha fatto la riforma della giustizia, che secondo i detrattori del Cavaliere, rappresenta l’unico provvedimento a cui il presidente del Consiglio sia realmente interessato? A fornire aggiornamenti sull’iter della legge è stato ieri il ministro della Giustizia, Angelino Alfano: “Noi abbiamo questo testo pronto da tempo – ha detto ai microfoni di Sky Tg24 – e le nostre idee sono note”.
“Dopo il 29 settembre quando la riforma costituzionale della giustizia fu annunciata e fu inserita nel discorso del presidente del Consiglio su cui ottenne la fiducia anche da parte dei parlamentari di Futuro e Libertà – ha ricordato Alfano – c’erano state molte polemiche con Fini e con i parlamentari di Futuro e Libertà e quindi abbiamo creduto ragionevole e opportuno in vista del voto di fiducia non presentarla”.
Per il Guardasigilli, infatti, è indispensabile ricompattare la maggioranza prima di affrontare l’esame di un provvedimento così importante. “Noi proveremo ad allargare la maggioranza su tutte le materie – ha spiegato il responsabile della Giustizia – cioè proveremo a costituire una maggioranza più ampia di quella che ci ha dato il voto di fiducia perché siamo assolutamente convinti che il nostro Paese non abbia bisogno delle elezioni, anzi abbia la necessità di altri due anni e mezzo di solidità di governo per consentire che i conti stiano in ordine, si punti sulla crescita e per far sì – ha continuato – che le riforme vadano a conclusione”.
“Questo si può fare – ha ripreso Alfano – solo se c’è una maggioranza coesa e ampia. Finora è stata ampia ma non è stata sufficientemente coesa, ora è meno ampia ma è piu’ unita, adesso dobbiamo anche ampliarla. Per riuscire ad ampliarla noi speriamo nell’apporto di quei parlamentari moderati, anche eletti sotto il simbolo Berlusconi Presidente, che possono sostenere il cammino delle riforme, e pensiamo di avere buone possibilità di riuscirci, abbiamo un mese davanti – ha notato Alfano – per capire se ciò sarà possibile”.
E sulla creazione del terzo polo, il raggruppamento parlamentare voluto da Fini, Casini e Rutelli, il Guardasigilli ha espresso parere positivo, rintracciando nella nuova proposta politica una base moderata che potrà – a suo giudizio – favorire il dialogo con l’attuale maggioranza. “Siamo lieti – ha detto – che la leadership sostanziale del cosiddetto terzo polo sia nelle mani di Casini e dell’Udc che hanno promesso di abbassare i toni”.
“Il terzo polo ha varie anime – ha continuato Alfano – l’anima di chi ha votato la sfiducia al governo Berlusconi pur essendo stato eletto nella lista Berlusconi presidente e l’anima di chi, come Casini, è arrivato in Parlamento con le forze proprie ed è fisiologico non desse la fiducia. E’ uno schieramento eterogeneo ma in questa disomogeneità – ha osservato – mi pare evidente che il tono di un ritmo lo ha impresso Casini. Se son rose fioriranno ma intanto mi pare immediatamente accantonata la stagione degli insulti a Berlusconi che aveva caratterizzato le ultime giornate. Siamo pronti in Parlamento, senza inciuci, né ribaltoni, né patti sotto banco – ha concluso il ministro – a fare un lavoro serio per il bene del Paese”.
Maria Saporito