Se non fosse stato per Robert Kubica, la Renault non avrebbe abbandonato il mondo della F1 a testa alta. Il polacco, rimasto senza un volante causa il ritiro della BMW, ha espresso al meglio tutte le sue qualità a bordo della vettura francese, dimostrando un livello agonistico davvero alto ed impressionando per costanza e bravura. Paradossalmente la sua migliore stagione nonostante tra le mani avesse una delle monoposto più difficili che abbia mai guidato. Kubica ora è riconosciuto come uno dei piloti più forti del circus, e il futuro si sta sempre di più avvicinando alle porte di Maranello.
Ricerca della messa a punto
Dopo lo scandalo Crash-Gate, la Renault si è trovata improvvisamente senza soldi, sponsor e voglia di continuare. La vera avventura della scuderia francese è terminata nel 2009, con un Alonso totalmente sconcentrato, svogliato ed una monoposto solo lontana parente di quella capace di vincere il mondiale per due anni consecutivi (2005, 2006). Il fondo lussemburghese Geni Capital comprò la maggioranza delle azioni, definendo quindi in modo abbastanza chiaro il futuro di questa scuderia: ancora un anno, poi ce ne andiamo. Kubica sapeva perfettamente come era la situazione, eppure ha preso questa sfida con il giusto spirito. La R30 era semplicemente una timida evoluzione della vettura dell’anno prima, eppure i risultati sono stati nettamente migliori. Robert è riuscito a fare squadra, dando precise indicazioni e iniettando fiducia ai meccanici e tecnici francese. Un box sereno e deciso, che è riuscita a creare un forza davvero notevole capace di mettere in difficoltà anche il colosso Mercedes. Per quello che il team si merita il 6. Un ultimo anno in F1 comunque positivo, non perfetto certo, ma quasi magico se si considerano i mezzi a disposizione.
Comportamento in qualifica
Kubica è forse l’unico Top driver a non aver commesso nessun errore, capace di tenere un ritmo prestazionale davvero costante in ogni sessione, gara, appuntamento. Solido e perfetto, in grado di portare sempre la sua Renault nella Top Ten, umiliando il debuttante Petrov e stupendo tutti il mondo motoristico. Pronto a sfruttare ogni occasione, bravissimo ad adattarsi alle caratteristiche della R30 e maestro nel domarla. Se poi si doveva correre egli angusti circuiti cittadini, il cuore cominciava a battere più forte. Una sinfonia il giro fatto segnare nel difficile e leggendario circuito di Montecarlo, disegno di linee perfette a Valencia, comportamento impeccabile a Singapore. Tutti circuiti ove la bravura del pilota conta davvero, e Kubica ci sapeva fare dannatamente bene.
Comportamento in gara
Sessioni di qualifica affrontate da professionista, gare corse da vero manico del volante. Un osso duro pre tutti gli avversari, compreso quelli di Ferrari, Mclaren ed addirittura Red Bull. Attento a non sprecare nessuna occasione, sorpassi decisi e una voglia irrefrenabile di primeggiare. Nessuna vittoria, ma due podi che hanno un particolare valore emotivo e tecnico. La Renault si trovava nel gruppetto di testa non grazie alla macchina, ma grazie al pilota che la stava guidando. Una stagione intera condotta come un vero campione, la migliore da quando il pilota polacco milita in Formula uno. Basti vedere i tre sorpassi eseguito nel notturno e intricato circuito di Singapore. Gomme fresche, convinzione e spettacolo. Manovre da F1 dei tempi passati momenti di vera esaltazione. Sempre più persone lo vogliono a bordo di una vettura davvero veloce, e non si può fare altro che condividerli.
Pressione psicologica
Rispetto agli altri protagonisti, Kubica non aveva nessuna pressione. Il team su quale stava correndo era prossimo alla chiusura e non vi erano particolari risultati da portare a casa. Doveva semplicemente correre ed aspettare che la situazione cambiasse. Mente libera, nessun obbligo ed ecco che Robert si è espresso al meglio. E’ ormai provato che senza nessuna pressione mediatica i piloti di qualunque categoria motoristica hanno un rendimento nettamente maggiore. Sono i veri campioni rimangono i più veloci anche con qualcosa di davvero importante in ballo come una vittoria o addirittura un titolo. Per adesso Robert non è mai riuscito a lottare per un iride mondiale, chissà se resterebbe lo stesso identico pilota anche con un peso psicologo nettamente maggiore.
VOTO
Un 2010 da incorniciare. L’anno scorso aveva deluso con una BMW oramai prossima al clamoroso ritiro. Più volte battuto dal compagno di squadra Heidfeld e in apprensione a causa di un futuro tutt’altro che certo. Ora invece, grazie ad un box amico e maggiore serenità interiore, è stato uno dei migliori protagonisti dell’annata, rilanciando il suo nome e le sue quotazioni sia tra gli esperti che sopratutto tra i team partecipanti. Il voto è un 8, esattamente lo stesso dato all’amico Alonso, perchè le loro due stagioni si equivalgono moltissimo nonostante vi siano sostanziali differenze. Per ora i suoi servigi andranno al nuovo team Lotus Renault Gp, visto che il contratto precedentemente firmato è valido anche se la casa francese si è definitivamente ritirata. Vedremo se il suo futuro sarà di colore nero-oro con la rediviva Lotus, oppure rosso fiammante assieme alla mitica Ferrari. Come dice un famoso aneddoto, lo scopriremo solo vivendo.
Riccardo Cangini