All‘invito recapitato questa mattina dalla famiglia di Manuel De Santis, il padre di Cristiano per il momento risponde “no“. La proposta di fare incontrare aggredito e aggressore in una stanza di ospedale, a una settimana di distanza dallo scontro consumatosi nei pressi di via delle Botteghe Oscure, appare per lo meno intempestiva. Di contro il signor Claudio (padre del giovane colpito da De Santis) ha deciso di presentare alla Procura della Repubblica una denuncia contro ignoti, in attesa che gli inquirenti sciolgano gli ultimi dubbi sull’incidente.
“E’ positivo che questo giovane si sia denunciato – ha spiegato oggi il padre del 15enne – ma al contempo non credo che sia opportuno sottoporre Cristiano ad ulteriore stress. Aspettiamo adesso che i magistrati facciano il loro lavoro. Noi abbiamo segnalato sia l’esistenza del video che la presenza di diversi testimoni pronti a dire quel che hanno visto”.
“L’unica cosa certa – ha aggiunto il signor Claudio – è che la politica mi sembra che non c’entri nulla. Non erano due antagonisti, mio figlio e il giovane che l’ha colpito, sono stati tritati da questa storia. Però ritengo sbagliato dire sì ad un incontro. Sono 6 notti che non dormo e che passo in ospedale. Stamattina ho visto il neurochirurgo e ho parlato della tac che è stata fatta a Cristiano. Domani sarà operato al setto nasale. Speriamo – ha concluso – che mio figlio possa tornare a casa per Natale“.
Intanto la posizione di Manuel De Santis, il giovane precario che ha confessato di aver colpito Cristiano con un casco, potrebbe aggravarsi. A “incastrarlo” potrebbe essere nuovamente un video, che immortalerebbe un’altra scena di violenza firmata dal ventenne ai danni di un altro manifestante. Ma tutto deve ancora essere verificato. “In queste immagini che ho ripreso casualmente durante la manifestazione – ha detto il videomaker che ha messo il suo materiale a disposizione dei magistrati – il facinoroso con il casco in mano colpisce al capo non uno, ma due ragazzi“.
“Dal video sembra che il facinoroso con il casco in mano, quello che colpisce il ragazzo 1 – ha precisato il videoamatore – non sia l’unico a minacciare la folla con un casco in mano, e faccia una sorta di paradossale servizio d’ordine estremamente violento assieme ad almeno altri due forse tre compagni, i quali invitano la folla a scorrere e a non fermarsi di fronte al blindato. Spero con queste immagini – ha concluso – di essere di aiuto alle indagini in corso e all’appello dei genitori del povero quindicenne”.
Maria Saporito