Come si possa ancora credere che in Venezuela regni la democrazia resta un mistero, soprattutto alla luce delle nuove restrizioni che, insieme alla chiusura di emittenti televisive e giornali vicini all’opposizione, aggravano lo stato di chiusura da parte del governo. Un paese imbavagliato che rischia di restare emarginato dal mondo come, a suo tempo, Saddam aveva ridotto l’Iraq.
Il bello è che le autorità avevano smentito la notizia, diffusa anni fa, dell’intenzione di limitare la libertà in Rete. Lo stesso ‘apprendista’ dittatore Hugo Chavez aveva parlato soltanto dell’uso illegale di Internet e non all’ecosistema on line considerato nella sua totalità.
L’Assemblea Nazionale del Venezuela ha approvato, in tempo da record, una legge che estenderà le restrizioni ai principali media del paese. L’uso di Internet da parte degli utenti verrà limitato per questioni di sicurezza. Tutti i contenuti on line che parleranno contro il presidente Chavez verranno bloccati.
La responsabilità cadrà sui gestori di blog o siti web, che saranno accusati di apologia di reato o di aver incitato alla violenza. Tutto il traffico web verrà gestito dal governo.
Il governo di Chavez ha rifiutato le accuse di censura. Le nuove disposizioni, secondo lui, sarebbero in linea con i diritti della Costituzione. Cosa che ha fatto sorridere amaramente chi conosce il significato della parola ‘democrazia’.
Situazioni che dovrebbero far riflettere noi che viviamo in un paese dove, bene o male, se vogliamo dire la nostra sul governo, possiamo farlo, senza incorrere, per questo, in un reato. Come se, dalla sera alla mattina, venissero cancellati tutti i blog in cui i liberi cittadini esprimono il proprio pensiero circa l’operato del governo.
Chavez, nei giorni scorsi, si è approvato una legge che gli concede i poteri speciali. Può fare tutto che vuole. Il Venezuela si avvierebbe verso la dittatura assoluta. I poteri speciali di un personaggio come Chavez sono sicuramente fonte di preoccupazione per chi vedeva uno spiraglio di luce per il 2012 quando el caudillo de Caracas non potrà più candidarsi alle elezioni.
Ha ottenuto questi poteri con la seguente motivazione: «Dobbiamo creare un insieme di leggi speciali per affrontare l’emergenza – ha detto Chavez riferendosi alle piogge torrenziali che hanno causato poco tempo fa 34 morti e 130’000 senza tetto in Venezuela – Dobbiamo preoccuparci di quella che è una vera crisi sociale». L’opposizione ha immediatamente reagito accusando Chavez di comportarsi come un dittatore e di approfittare della tragedia
del paese per porre dei limiti al parlamento.
Ancora una volta, però, la realtà è lontana da giustificazioni di comodo. Univisión scrive così: “Come noto Chavez, imitando i padroni della tirannia cubana, da cui ha preso ispirazione, ha ordinato una riforma denominata ‘Ley Resorte’ e il regime, da ieri, controlla e sanziona i siti del web, la posta elettronica e tutte le Reti Sociali. Come a Cuba, Iran, Cina, Corea del Nord, Bielorussia e nel resto delle dittature..” Secondo alcune statistiche, certo non governative, i giornalisti e gli scrittori liberi di parlare, non risiederebbero più in Venezuela. Grossa delusione, da parte degli italiani in Venezuela,per l’amicizia del governo italiano con quello venezuelano. “Berlusconi ci ha traditi” sarebbe la risposta più ricorrente degli italiani alla domanda: -cosa ne pensi della nuova amicizia Italia Venezuela?- Voglia Iddio che l’Italia non imiti, mai, il Venezuela, di cui è diventata amica.
Cosmo de La Fuente