Perquisizione di casa Ciancimino, teste: “I carabinieri trovarono il papello ma arrivò l’ordine di non sequestrarlo”

Durante la perquisizione del 2005 in casa Ciancimino, i carabinieri trovarono il papello di Totò Riina ma non lo sequestrarono. E’ stata la testimonanianza del maresciallo Saverio Masi che ha confermato l’accaduto: “Il capitano Angeli mi disse che, nel corso di una perquisizione a casa di Ciancimino, trovò il papello di Totò Riina, e informò della scoperta il suo superiore, il colonnello Sottili, ma che questi gli ordinò di non sequestrarlo sostenendo che già lo avevano”.

Masi, prima in servizio al Reparto Operativo e ora nella scorta del pm Nino Di Matteo, pubblica accusa nello stesso dibattimento Mori, ha raccontato quanto appreso dall’allora capitano Antonello Angeli che effettuò una perquisizione a casa di Massimo Ciancimino, nel 2005 indagato per il riciclaggio del tesoro del padre, l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito. In casa del superteste della trattativa, nascosto in un controsoffitto, ci sarebbe stato l’elenco con le richieste di Riina allo Stato. Esterrefatto dall’ordine del superiore di non sequestrare il papello, Angeli lo fece fotocopiare di nascosto a un collega.

Il testimone ha sostenuto che qualche tempo dopo la cattura di Bernardo Provenzano (risalente all’11 aprile 2006) si consultò con lo stesso Angeli, nel frattempo trasferito ad altro incarico. D’accordo con il superiore, il sottufficiale prese contatti con un giornalista, l’inviato dell’Unità Saverio Lodato. Limitandosi a dire di dover riferire “fatti importantissimi” Masi prese contatti con il giornalista, ma quest’ultimo, dopo un primo appuntamento, decise di non approfondire la vicenda.

Stefano Bernardi