”Ci rivolgiamo a Lei, Presidente della Repubblica Italiana, in quanto garante della Costituzione di questo Paese, ponendo alla Sua attenzione la responsabilità politica del governo nella scelta di smantellare definitivamente i principi democratici sanciti dalla nostra carta costituzionale“.
Inizia così la lettera che gli studenti dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma lasceranno oggi tra le mani del capo dello Stato, per esortarlo a non firmare il ddl Gelmini, giunto quasi alla piena approvazione da parte del Parlamento.
“Se porrà la Sua firma al disegno di legge Gelmini – si legge nella lettera – Lei sancirà la cancellazione del Diritto allo Studio, uno dei diritti fondamentali della Costituzione intesa come patto fondante della nostra società, che garantisce equità e democrazia”.
”Noi – scrivono ancora gli studenti – non siamo disposti a renderci complici del processo di restaurazione di uno stato autoritario, corrotto e autoreferenziale, che garantisce diritti e privilegi a pochi potenti a danno del resto della società. Si renda anche lei indisponibile a questo disegno eversivo: non firmi, sarà così in piazza anche Lei al nostro fianco! Studenti e studentesse in mobilitazione della Sapienza”.
Ma al capo dello Stato è giunta anche la lettera dell’Unione degli Studenti, che chiede a Napolitano di essere ricevuta per esporre le proprie ragioni contro la riforma Gelmini.
“Caro Presidente – scrivono nella lettera – ancora una volta in tutta Italia gli studenti universitari e medi stanno manifestando contro l’approvazione del ddl Gelmini al Senato. Da anni chiediamo che l’università cambi, siamo i primi che denunciamo che l’università che viviamo non funziona. La riforma proposta dal Ministro Gelmini a nostro avviso non risolve nessuno dei problemi che noi poniamo , anzi li aumenta con tagli indiscriminati e la cancellazione del diritto allo studio“.
Da due anni – prosegue l’Udu – “chiediamo al Governo di fermare l’iter della riforma ed ascoltare le nostre richieste aprendo una grande discussione con il mondo accademico per costruire una riforma che metta l’università e la ricerca al centro della agenda politica economica e sociale del nostro Paese.
L’unica risposta che abbiamo avuto è il silenzio da parte del Governo, se non addirittura insulti“.
“Ci dimostri, signor Presidente – concludono gli studenti dell’Udu – che la più alta carica dello Stato vuole mantenere un dialogo aperto con una generazione che ha un futuro incerto“.
Gli appelli degli studenti non sembrano essere caduti nel vuoto e, secondo quanto si apprende da fonti del Quirinale, il presidente Giorgio Napolitano sarebbe disposto ad incontrare gli studenti in protesta. La notizia, gridata da una ragazza al megafono nel corso del corteo a Roma, è stata accolta dai giovani manifestanti con un boato di gioia e applausi.
Raffaele Emiliano