Questa sera, alle ore 23:55, Italia 1 trasmetterà il film, del 2007, “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street” (titolo originale “Sweeney Todd – The Demon barber of Fleet Street”. La pellicola, diretta da Tim Burton e intepretata, neanche a dirlo, da Johnny Depp, si situa in quel sottogenere horror del musical che ha tanto della cultura gotica. Il lungometraggio è l’adattamento cinematografico dell’omonimo spettacolo teatrale di Stephen Sondheim e Hugh Wheeler tratto, a sua volta, da un altro dramma del 1842.
Benjamin Barker è un uomo realizzato che ha una bella famiglia ed esercita divinamente la professione di barbiere. Accusato e condannato ingiustamente dal giudice Turpin, viene deportato lontano da Londra. Vi farà ritorno solo molti anni dopo e, col nome di Sweeney Todd, affitta una bottega in Fleet Street e prepara la sua vendetta nei confronti dell’uomo che gli ha rubato la moglie e che ha cresciuto i suoi figli…
Armati di un disegno affascinante, i personaggi di Burton si stanziano sempre sul filo sottile che divide la creatività dalla distruttività. Se le mani di forbice erano per Edward l’esteriorizzazione simbolica della sua incapacità interiore di toccare e gli occhiali di Ichabod il tentativo di un razionalista di vedere meglio una testa che manca, i rasoi sono per Sweeney le armi con cui compiere la propria vendetta. Ambientato in un mondo gotico che , da sempre, ama la doppia identità che si cela dietro ognuno di noi, “Sweeney Todd” rende nella forma del musical quello sdoppiamento che parte dalle righe della celeberrima opera di Stevenson da cui trae, pure, linfa vitale. Artisticamente parlando, la bellezza del film di Burton non si esaurisce nella dimensione musicale ma, richiamando quel celeberrimo di Siviglia convive col melodramma. Senza, però, dimenticare quel sottile tocco da cartoon che è tipico di Burton.
Valentina Carapella