Un ritratto inedito dell’India ne “Il bus si è fermato”, il nuovo libro di Tabish Khair

Raccontare un paese ricco di sfumature e contraddizioni come l’India non è di certo un compito facile. Svelarne poi il suo misterioso fascino, la sua più profonda natura, costantemente in bilico fra tradizione e modernità, un’esclusiva sicuramente di pochi. Tabish Khair, giovane e brillante scrittore indiano in lingua inglese, ci riesce senza troppi sforzi, realizzando nel suo ultimo libro, Il bus si è fermato, una galleria di “tipi umani” che, dall’interno di un autobus disastrato, rappresentano un’umanità bizzarra e vitale. Personaggi come l’autista Mangal Singh che ripensa ai sogni irrealizzati mentre porta avanti un lavoro che non ama, Farhana, bellissimo eunuco, a tal punto delicato e femminile da ingannare anche le altre donne, e Zeenat, serva spregiudicata e sensuale, maestra nell’arte dell’amore, popolano un’India inedita, lontana da stereotipi, a tratti crudele ma profondamente vera. Storie che con un linguaggio immediato e ironico compongono il mosaico raffinato, poetico, dolce e brutale al contempo, di una terra che, attraverso la semplicità della pagina, ci rivela tutta la sua meravigliosa complessità.

Nato nel 1966 nello stato di Bihar, nell’India nord-orientale, Tabish Khair insegna all’università di Aarhus in Danimarca e collabora con importanti testate giornalistiche quali il “Times of India”, “Hindu” e il “Guardian”. Tra le sue opere, tradotte in varie lingue e pubblicate in Europa, Stati Uniti e Asia, Where parallel lines meet (Penguin, 2000), definita dalla stampa specialistica “una delle più importanti raccolte degli ultimi anni di un autore indiano in lingua inglese”, i saggi Babu Fictions (Oxford UP., 2001) e The Gothic, Postcolonialism and Otherness: Ghosts from Elsewhere (Palgrave, 2009) e il romanzo Filming: A love story (Picador, 2007), molto apprezzato da critica e pubblico.

Tabish Khair
Il bus si è fermato
Editore Nova Delphi
Collana Contemporanea
Pagine 180
Prezzo 15,00 euro

Valentina De Simone