“Atac-Ama-Acea: assunti 4.000 amici. Alemanno vergogna“.
Con questo slogan, che campeggia su manifesti affissi per le strade della Capitale, il Partito Democratico ha lanciato la sua offensiva contro la “parentopoli” venuta alla luce negli ultimi giorni che, secondo un’agenzia diffusa questo pomeriggio, avrebbe indotto i pubblici ministeri a vagliare la posizione di una prima tranche di quaranta dipendenti delle aziende pubbliche sopra menzionate.
Parole poco gradite dal primo cittadino che, con una nota diffusa dal proprio ufficio stampa, ha reso noto di aver dato mandato all’Avvocatura del Campidoglio di querelare per diffamazione i responsabili della sezione romana del Pd.
Una decisione presa “per tutelare il nome e l’immagine non solo del sindaco stesso, ma di tutta la città infangata da manifesti con cui si cerca di legare il governo capitolino a una pratica diffusa di assunzione clientelare.
Oltre al Pd, – conclude la nota – la querela sarà rivolta anche a tutti coloro che risulteranno coinvolti nella vicenda”.
“Le querele di Alemanno non ci spaventano“, ha replicato il segretario del PD capitolino Marco Miccoli, che ha rivendicato il messaggio espresso dai manifesti spiegando che “le assunzioni per chiamata diretta e a tempo indeterminato in Ama, Atac e Acea sono diventate un caso nazionale, oggetto di infiniti articoli sui giornali e di servizi su radio e tv” e “è assurdo che il sindaco di Roma quereli il Pd per un manifesto che riassume la vergognosa vicenda, denominata Parentopoli, e non abbia ancora mandato via nessuno dei responsabili di questo scandalo“.
Anche la Federazione della Sinistra (unione di comunisti, ex-sinistra DS e settori della Cgil), intanto, ha sferrato il suo attacco contro la “parentopoli” targata Alemanno, con una campagna volta a far sottoscrivere alla cittadinanza una petizione che chiede le dimissioni del sindaco.
“Berlusconi compra i voti, Alemanno assume i parenti! – si legge nel manifesto dell’iniziativa, presente ai banchetti allestiti dai militanti in diversi quartieri della Capitale – Interessi, favori, corruzione e cattiva amministrazione si intrecciano per ingrassare i soliti noti. Intanto migliaia di famiglie sono messe al tappeto dalla crisi, il trasporto pubblico è allo sfascio e aumenteranno i biglietti. Non è vero che “sono tutti uguali”, Alemanno Vattene!”.
Mattia Nesti