Berlusconi lancia la nuova classe dirigente del Pdl

La maggioranza che lo ha eletto non si riconosce più in Gianfranco Fini“. A dichiararlo a ‘Mattino Cinque’ è il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quale ribadisce che un riavvicinamento con la terza carica dello Stato non è al momento possibile.
Il premier ricorda che anche in passato, quando il presidente di Montecitorio era espressione dell’opposizione, non si era mai verificato che fosse “contrario alla sua maggioranza. Anche una grande presidente della Camera come Nilde Iotti – sottolinea Berlusconi – mai avrebbe usato questa funzione istituzionale per fare politica contro il Governo”. Quanto all’ipotesi di dimissioni di Fini, il leader del Pdl dichiara: “è una cosa che lascio alla sua coscienza e alla sua dignità“.
Ci sono dei protagonisti nel Governo e nel Pdl che stanno diventando classe dirigente e tra questi alcuni che potrebbero molto bene, nel prossimo futuro, assumersi la responsabilità del Governo” aggiunge il presidente del Consiglio, pensando già al futuro. “Mi auguro – sottolinea – che ciò avvenga, perché governare il Paese richiede un grande sacrificio e impone una vita quasi impossibile”.
Berlusconi torna poi a a parlare della riforma della Giustizia, che “è necessaria, perché è un’emergenza grave, in quanto le indebite ingerenze della magistratura su altri poteri dello Stato costituiscono una vera emergenza democratica”, spiega il premier, e “sarà completata entro la fine della legislatura”.
Il presidente del Consiglio ricorda che alcune sentenze di tribunali e “perfino della Corte Costituzionale sono spesso politicamente orientate” e cita Sandro Pertini, secondo cui “la magistratura non deve solo essere imparziale, ma anche apparire imparziale”.
Raffaele Emiliano