Essere amiche della propria madre

Alcune donne hanno un rapporto conflittuale ed estremamente poco confidenziale con la propria madre. A volte, invece, capita che, una volta superato il sano e naturale periodo di distacco che si manifesta durante l’adolescenza, madre e figlia si ritrovino ad essere complici e ad instaurare un rapporto di vera e propria amicizia.

Essere amiche della propria madre è, indubbiamente, bellissimo. Le amiche e gli amici sono capaci di offrire consigli di certo sinceri e gratuiti, ma le mamme conoscono le proprie creature in un modo speciale, unico e sono le sole a poter dare pareri e consigli davvero mirati e lungimiranti.

Quali sono i problemi che potrebbero insorgere nel caso in cui il rapporto con la madre dovesse diventare morboso? Di certo può accadere che la figlia possa iniziare a prendere per oro colato ogni parola della propria genitrice che invece, in fin dei conti, è pur sempre un essere umano e come tale può sbagliare spesso e volentieri. L’amicizia fra madre e figlia è un fenomeno meraviglioso ed auspicabile, ma guai a far diventare un legame complice e affettuoso una, ben più malsana, relazione di dipendenza in senso stretto. Nel caso in cui il legame madre-figlia dovesse diventare morboso e nel caso in cui ci si dovesse rendere conto che la più giovane della coppia dovesse ritrovarsi ad instaurare un rapporto di tipo infantile con la propria mamma, un rapporto di dipendenza che le potrebbe precludere un approccio sano alla propria quotidianità, sappiate che è sempre importante che la “creatura” si renda indipendente dalla propria genitrice. I rapporti d’affetto più intelligenti e profondi sono quelli in cui non entra in gioco una dipendenza di tipo morboso che rischierebbe di sabotare l’universo interpersonale delle singole parti della relazione, che rischierebbero altrimenti di smettere di pensarsi come entità a sé stanti.

In ogni modo, l’amicizia con una madre è quanto di più bello esista al mondo: tutte le donne che hanno il privilegio di vivere tale fenomeno devono indubbiamente ritenersi fortunate.

Martina Cesaretti