Iran, record esecuzioni: 7 in un giorno, ma Latifi si salva

Sette esecuzioni capitali in un giorno solo in Iran. Nuovo squallido record stabilito da Teheran che sale agli onori della cronaca per l’ennesimo avvenimento doloroso.  Sei trafficanti di droga e uno stupratore sono stati impiccati stamane nella piazza principale della capitale iraniana. Il numero delle esecuzioni eseguite nel 2010 sale così a 167: una ogni quattro giorni. Tuttavia, c’è anche un risvolto positivo: nel 2007 le impiccagioni furono 270.

Le esecuzioni sono state compiute sulla base del “principio di una rapida attuazione delle pene” in linea con la campagna del regime di Ahmadinejad contro i criminali che mettono in pericolo l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale. A riferirlo è un membro dell’autorità giudiziaria intervistato dall’agenzia di stampa iraniana IRNA.

La pena di morte in Iran è oggetto di accese polemiche e discussioni. L’uccisione tramite impiccagione è estremamente frequente ed è prevista per svariati reati, indipendentemente dalla gravità. Si va dall’omicidio al traffico di stupefacenti, dalla rapina a mano armata alla violenza sessuale. È invece condannato alla lapidazione chi è accusato di spionaggio, omosessualità e adulterio. Un rigido elenco di reati che il governo di Teheran reprime con la morte.

La buona notizia tuttavia arriva dalla sospensione dell’ottava esecuzione che avrebbe dovuto avere luogo oggi. Il militante curdo Habibollah Latifi è stato temporaneamente graziato, dopo la richiesta dell’ayatollah Larijani, capo della Giustizia, di rivedere e approfondire il suo caso. Latifi, 29enne studente di ingegneria di origine curda, era stato ritenuto colpevole dell’accusa di “guerra contro Dio”, tuttavia il verdetto conclusivo è stato rimandato. Le pressioni delle associazioni per i diritti umani hanno sortito l’effetto sperato. In particolare, Amnesty International si era ripetutamente battuta per l’annullamento del processo, in quanto si era svolto a porte chiuse e in mancanza dell’avvocato difensore dell’imputato.

Una vittoria parziale che forse donerà a Latifi la possibilità di essere processato equamente, ma che probabilmente resterà solo l’eccezione che conferma la regola. L’intransigenza del regime iraniano non lascia spazio a speranze e aspettative.

Emanuele Ballacci