F1, pagelle: Vettel, il pilota quasi-perfetto

Anche le pagelle riguardanti la F1 stanno giungendo al termine. La lista dei nomi più importanti della stagione 2010 prevede ancora due appuntamenti, non però meno significativi o delicati rispetto a tutti altri. La penultima pagella vede infatti protagonista Vettel Sebastian, il nuovo campione del mondo. 23 anni compiuti il 3 luglio e già un pezzo di storia scritto di suo pugno nella storia del massimo campionato automobilistico. Un destinato da vincente segnato sin da quando correva nelle categoria minori, con il magnate austriaco Dietrich Mateschitz fedele sostenitore e perfettamente conscio delle sue capacità. Quest’anno è stato raggiunto il traguardo massimo, ma non per questo Sebastian è stato il pilota perfetto in assoluto.

Ricerca della messa a punto

Iniziamo la pagella proprio dal suo punto debole. Vettel non solo non è mai riuscito a indirizzare i tecnici del suo box verso un programma di sviluppo competitivo ed efficiente, ma pecca anche di sensibilità nella guida. Capisce quando la sua vettura non possiede un set-up adatto al suo stile, senza però individuare esattamente ove risieda il problema. Un particolarità che derivate direttamente dalla giovane età e dalla minima esperienza in F1. Sebastian è un talento davvero precoce, la maggior parte dei suoi coetanei ancora milita nelle categoria inferiori, apprendendo ed imparando i segreti del mestieri. Lui invece ha saltato questa parte, debuttando in F1 non completamente maturo e pronto. Inoltre non bisogna dimenticare che questa è solamente la sua terza stagione completa, quindi l’affinamento delle sue abilità non si è ancora concluso.

Comportamento in qualifica

Fortunatamente per lui, al muretto si trova un certo Adrian Newey, l’ingegnere più geniale e vincente nella storia delle corse, che con le sue vetture e creazioni sopperisce perfettamente alle lacune del pilota. La RB6 infatti è stata sembra ombra di dubbio la vettura più performante del lotto, arrivando a livelli impossibili per molte scuderia. Imbarazzante la prestazione sul giro singolo rispetto alla concorrenza. Vettel è riuscito a segnare bel dieci Pole Position, un vero e proprio record, dimostrando con forza l’incredibile velocità sia sua che della monoposto. Una generazione di carico aerodinamico perfetto, stabilità in curva, precisione nel cambio di direzione. Il tutto aggiunto ad un Vettel sorprendente, vero maestro nel trovare il giro perfetto e segnare crono inarrivabile per tutti gli altri. Una accoppiata invincibile, che ha monopolizzato quasi tutte le sessioni di qualifica del 2010.

Comportamento in gara

Ed ecco un’altro argomento che sottolinea la precocità del fenomeno Vettel. Se la griglia lo vedeva partire nelle posizioni di testa, sia dalla Pole ma anche dal secondo o terzo posto, il tedesco si rendeva protagonista d prestazioni impeccabili. Partenza fulminate e ritmo gara subito impostato e dannatamente veloce. Quante volte le telecamere lo hanno inquadrato durante una delle sue lunghe fughe solitarie verso la vittoria, annichilendo piloti del calibro di Alonso, Hamilton, Button con una successione impressionante di giri veloci. Con strada libera davanti Sebastian diventa inarrivabile per chiunque. Discorso inverso invece se l’obbiettivo non è scappare ma recuperare posizioni. Rimane pur sempre competitivo, ma commette anche troppi errori. Uscite di pista, mosse azzardate, errori clamorosi. Tutto dettato da una foga agonistica che non riesce a domare quando deve duellare con un’altra vettura. Se riuscirà a migliorare su questo punto allora avremo davvero un campione a tutti gli effetti.

Pressione psicologica

Libero da stress e pressioni Vettel attinge a piene mai dal suo talento. Riesce a raggiungere uno stato di serenità e concentrazione davvero perfetto, che gli consente di segnare prestazioni da puro campione. Se invece la situazione muta, allora iniziano le difficoltà. Una macchina non perfetta col set-up, dover  segnare rimonte o il lottare per l’iride mondiale, sono tutte condizioni che Sebastian non riesce ancora a gestire a livello mentale. La velocità diminuisce e le prestazioni non sono brillanti e perfette. L’esempio più lampante si ha proprio nella parte finale della stagione. Finchè Vettel era conscio di poter lottare per il titolo mondiale è venuta mancare un po’ di lucidità, mentre invece quando l’attenzione non era più focalizzata su di lui, eccolo tornare tremendamente veloce e preciso. Col tempo il tedesco riuscirò certamente a colmare questo difetto.

VOTO

E’ chiaro quindi che persino lui non è riuscito a segnare la stagione perfetta. Nonostante un talento sopraffino ed una vettura clamorosamente superiore, sono stati commessi errori importanti da dover per forza di cose contare. Qui però si parla di livelli alti, quasi eccelsi. Si ricerca la perfezione, la completezza sia come stile di guida che come pilota. Vettel non ci sarà riuscito, ma ci è andato davvero vicino: il 9 è meritato. In velocità non è secondo a nessuno e forse è davvero il pilota più veloce di tutto il circus. Manca soltanto la parte mentale, l’auto-controllo ed il saper gestire le emozioni e pensieri. Uno step che sicuramente arriverà, e forse la vittoria del mondiale gioverà in questo senso. Essere campioni del mondo comporta un sacco di cambiamenti, uno status diverso rispetto a tutto quello già precedentemente provato. Un nuovo capitolo della sua carriera destinata comunque a lasciare una grossa impronta sia nella storia di questo sport che nella mente di tutti gli appassionati.

Riccardo Cangini