L’editoriale di Maurizio Belpietro su presunte mosse strategiche che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sarebbe in procinto di attuare ha scatenato un putiferio.
Reazioni da parte dei politici, ma anche da parte dei procuratori.
Armando Spataro, procuratore aggiunto, ha aperto un’inchiesta in merito alle parole scritte dal direttore del quotidiano Libero, dove, in sintesi, era esplicitata l’intenzione di Fini ad organizzare un falso attentato ai suoi danni, per poi dare ogni colpa, in qualche modo, ad ambienti vicini al premier. Il fine? Propagandistico da un parte, in vista delle elezioni, in primavera, ma anche strategico, per screditare ogni credibilità nei confronti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Nino Lo Presti, segretario amministrativo di Futuro e Libertà, non ha esitato a screditare, invece, la professionalità di Belpietro, reo di aver trasformato, in questo modo, il giornalismo in “suk di pettegolezzi e falsità”.
Ma è Italo Bocchino a farsi voce della critica più eloquente nei confronti di Belpietro, ascoltato per ben due ore, questo pomeriggio, presso il Palazzo di Giustizia. Il deputato Fli ha, infatti, dichiarato: “Per saperne di più di falsi attentati, Maurizio Belpietro può chiedere al suo caposcorta, e se vuole notizie su donne a pagamento deve rivolgersi ad altri palazzi della politica, certamente diversi da Palazzo Montecitorio”.
L’ultima affermazione di Bocchino è dovuta, effettivamente, ad un’altra accusa mossa verso il leader Fli: “A Modena, lo scorso anno, un tizio uguale in tutto e per tutto a Gianfranco Fini si sarebbe presentato a una signora che esercita il mestiere più vecchio del mondo. La signora, che giura di essere nipote di un vecchio camerata, in cambio delle prestazioni, avrebbe ricevuto mille euro in contanti. Tutto ciò lo ha raccontato a me, condendo la storia con una serie di altri particolari piccanti e acconsentendo alla videoregistrazione della sua testimonianza”.
Ad aprire un’indagine, anche il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo. Il coordinamento dell’inchiesta è stato, in questo caso, assunto dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari: la Dda intende verificare se la minaccia di un attentato possa essere messa in atto dalla criminalità organizzata del distretto di Bari.
Al momento, il fascicolo dell’indagine contiene solo l’editoriale scritto da Maurizio Belpietro e apparso questa mattina su Libero. Non vi sono, quindi, ipotesi di reato o iscritti nel registro degli indagati.
Carmine Della Pia