A un mese dalla scomparsa di Yara Gambirasio, i genitori decidono di affrontare la stampa.
Se, inizialmente, le numerose analogie con il caso Sarah Scazzi si fermavano proprio sul metodo di ricerca affrontato dalla famiglia, ovvero numerosi apparizioni in tv ad Avetrana, e riserbo più assoluto a Brembate di Sopra, Fulvio e Maura Gambirasio decidono di fare un appello per ritrovare la loro figlia tredicenne, scomparsa il 26 novembre scorso.
A nulla sono valse le ricerche, i cani che fiutano tracce molecolari, false piste e arresti per omicidio: gli inquirenti credono che Yara sia viva e ancora ostaggio dei rapitori, pertanto i genitori parleranno pubblicamente domani mattina alle 10.
Hanno scelto gli spazi dell’ex colonia elioterapica di Brembate Sopra per tenere un appello con la stampa e i giornalisti, ma sarà anche l’occasione per ringraziare le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e tutti i volontari della protezione civile che lavorano incessantemente da trentuno giorni per ritrovare la ragazzina.
Neanche le festività natalizie hanno fermato, infatti, le operazioni di ricerca, anzi, queste sono state rinforzate grazie all’aiuto di migliaia di volontari. Il ritrovamento di un cadavere nel fiume Brembo, luogo ispezionato più volte, aveva fatto temere il peggio, ma si tratta di una donna 37enne suicida.
Precedentemente, i genitori di Yara avevano affrontato il dolore privatamente: se la madre aveva rilasciato sporadiche dichiarazioni, dicendosi distrutta, ma speranzosa nel ritrovare sua figlia, il padre aveva più volte affermato di non aver mai avuto nemici da temere, spiegando alle forze dell’ordine il motivo per cui escludere totalmente la pista relativa al movente camorristico.
Gli inquirenti, dopo aver avallato numerose tesi, dal rapimento come ritorsione verso il padre, allo scambio di persona, sono convinti che l’unica pista su cui bisognerebbe soffermarsi sia relativa al sequestro: si pensa che la ragazzina si ancora viva, per cui i genitori si rivolgeranno alla stampa e appariranno per la prima volta in pubblico per lanciare il proprio disperato appello.
Carmine Della Pia