Costa d’Avorio: partiti i colloqui tra Gbagbo e l’Organizzazione Africana

Prosegue il braccio di ferro in Costa d’Avorio tra le forze internazionali e Laurent Gbagbo, il presidente che a Novembre scorso ha ribaltato il risultato elettorale (il vincitore era Alassane Ouattara) con un parere del Consiglio Costituzionale da lui controllato.

Sono iniziati oggi i colloqui tra lo stesso Gbagbo e tre emissari dell’Organizzazione dell’Africa Occidentale (Ecowas), i Presidenti di Benin, Sierra Leone e Capo Verde. L’obiettivo della trattativa è quello di far riconoscere a Gbagbo a vittoria al suo avversario Ouattara, riconosciuto a livello internazionale vincitore delle scorse elezioni. I presupposti, però, sono tutt’altro che rassicuranti, dato che il Presidente uscente ha già fatto sapere che non intende rinunciare alla leadership del Paese. “Nessuna istituzione internazionale – fa sapere un portavoce del governo – ha il diritto di intervenire con la forza per imporre un presidente a uno stato sovrano”.

Una situazione che per primi sta penalizzando i cittadini della Costa d’Avorio. Ieri c’è stata una giornata di sciopero generale contro Gbagbo, in un Paese che è ormai in stallo da più di un mese con la popolazione che teme anche ritorsioni governative di fronte alle adesioni agli scioperi. Era stato lo stesso Ouattara a promuovere la settimana scorsa una prima giornata di sciopero generale, ma la risposta del popolo non è stata massiccia. Stesso esito per l’iniziativa di ieri: sono stati molti i lavoratori che nella capitale Abidjan non hanno aderito allo sciopero.

Per questo, di fronte alla possibilità che le tensioni sfocino in una nuova guerra civile, il capo dei Caschi Blu dell’Onu ha raggiunto Ouattara nel suo quartier generale per discutere sulle misure da prendere per proteggere i civili. Un incontro la cui urgenza è supportata dai numeri della sommossa in Costa d’Avorio. Dal giorno delle elezioni sono morte già 170 persone.

Intanto anche l’Europa resta attiva nella questione ivoriana: da due giorni, infatti, per Gbagbo e alcuni suoi collaboratori è scattato il divieto di ingresso in Ue. Già Domenica le autorità francesi avevano bloccato a Mulhouse l’aereo del Presidente uscente.

Cristiano Marti