Nigeria, almeno 80 morti negli scontri tra musulmani e cristiani

Ancora morti negli scontri tra giovani musulmani e cristiani in Nigeria. Almeno 80 persone sono rimaste uccise nello stato di Jos, 32 delle quali in attacchi dinamitardi sabato scorso, durante i quali ci sono stati anche un centinaio di feriti.

A rivendicare gli attentati è stato un gruppo islamista legato alla setta Bolo Haram, responsabile lo scorso anno di analoghi fatti di sangue. “Le nazioni del mondo- recita un comunicato diffuso da internet-devono sapere che gli attacchi di Suldaniyya (Jos) e Borno alla viglia di Natale sono stati commessi da noi, JamàaTu Ahlu-Sunnah LiddaAwati Wal Jihas, sotto la guida di Abu Muhammad, Abubakar bin Muhammad Skekau”. La setta, il cui nome significa “Popolo devoto agli insegnamenti del profeta per la propagazione della guerra santa”, ha minacciato di continuare gli attentati “Continueremo i nostri attacchi contro i miscredenti e i loro alleati e tutti coloro che li aiutano fino al trionfo di Allah”.

La regione di Jos è da tempo scenario di violenti scontri tra musulmani (Haoussa e Peul) e i cristiani (Berom). I cristiani si ritengono autocnoni e considerano i musulmani, che accusano di condurre contro di loro una campagna di discriminazione negli incarichi pubblici,  come “coloni”.  I musulmani – gli Haossua, lavoratori dell’industria della latta, e i Peul, pastori nomadi- si sono fusi nel tempo per fronteggiare la lotta contro i Berom per il controllo politico ed economico del paese. E lo scontro religioso  è stato ormai strumentalizzato dai politici locali, che hanno fatto di gruppi di giovani disperati masse da governare e manovrare a piacimento. La violenza tra i due gruppi, scoppiata negli ultimi mesi, è destinata ad accrescersi ulteriormente con l’avvicinarsi delle prossime elezioni presidenziali, previste per il mese di aprile.

Annastella Palasciano

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