Pechino conferma la chiara intenzione di una politica restrittiva atta a rallentare la spinta inflazionistica e la speculazione immobiliare.
La banca centrale cinese ha alzato i tassi di interesse sui prestiti elargiti alle banche commerciali, in perfetta linea con gli aumenti dei tassi di riferimento decretati a Natale.
La People’s Bank of China ha aumentato il rediscount rate , il tasso di sconto, al 2,25% dall’1,8%, il primo provvedimento di questo tipo in due anni.
L’istituto centrale ha inoltre alzato il tasso di rifinanziamento ad un anno (relending) di 52 punti base al 3,85%.
L’annuncio è stato pubblicato sul sito web ufficiale della banca centrale (www.pbc.gov.cn).
Per gli attori del mondo finanziario la manovra avrà un impatto alquanto limitato sulle condizioni finanziarie praticate dagli istituti di credito nazionali.
Gli istituti di credito commerciale, infatti, raramente fanno ricorso alla banca centrale per finanziamenti perché la liquidità è molto abbondante in Cina, per cui i tassi rediscount e relending hanno un valore più simbolico che reale.
Per Zheng Liansheng, analista di China Securities, “Ciò dimostra tuttavia la chiara intenzione della banca centrale di una politica restrittiva”.
L’aumento dei tassi è in vigore dal 26 dicembre, lo stesso giorno in cui la banca centrale ha alzato il tasso di riferimento e i tassi di deposito.
Marco Notari