“La Cgil in che pianeta vive? Forse su Marte? Siamo in una crisi economica spaventosa e loro mi fanno i conti della perdita potenziale degli stipendi degli statali?” Così il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha attaccato il più antico sindacato italiano, che, ieri, aveva reso noto uno studio che prevede in tre anni, con il blocco dei rinnovi contrattuali, una perdita di 1.600 euro a testa per i lavoratori del pubblico impiego.
Questi, aveva dichiarato Michele Gentile, responsabile settori pubblici della Cgil, “perderanno complessivamente circa 1.600 euro di potere d’acquisto per effetto del blocco degli stipendi pubblici fino al 2013, previsto dalla manovra economica”. Dallo stesso sindacato avevano, inoltre, fatto sapere che “circa 1.200 euro lordi verranno persi per il triennio 2010-2012 di mancato rinnovo dei contratti e altri 400 euro nel 2013, per effetto del blocco ulteriore deciso dalla finanziaria”.
“Ma di che stiamo parlando? – ha sbottato su Ansa.it il ministro – Questa è la stessa Cgil che a Mirafiori preferisce che i lavoratori vengano licenziati o messi in cassa integrazione e che ha fatto cinque scioperi generali contro la mia riforma, falliti uno dopo l’altro. Ma dove vive – si è chiesto ancora Brunetta – quando fa questi conti?”
Secondo Brunetta, il blocco del turn over “servirà a migliorare l’efficienza e la produttività delle amministrazioni. O le amministrazioni si riorganizzano – ha aggiunto – oppure saranno sanzionate dai cittadini che sapranno di chi è la colpa. Il ministro ha voluto, inoltre, escludere che il non rinnovo dei contratti a termine porterà ad una riduzione dei servizi, “anzi”.
L’inquilino di Corso Vittorio Emanuele ha poi concluso affermando che il maggiore sindacato italiano si è completamente dimenticato della crisi, o non si è reso conto; accusandolo, infine, di non volere la riforma, né la produttività e l’efficienza e di dilettarsi con “calcoli astratti”.
Mauro Sedda