E’ un appello a tutte le forze politiche di opposizione quello che il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, propone dai microfoni di Sky Tg24 per tentare di lavorare tutti insieme non solo contro Berlusconi, ma ”oltre Berlusconi”. E il destinatario principale è, ancora una volta, il cosiddetto ‘terzo polo’. ”Nella politica – spiega Bersani- è successo che negli ultimi due anni questo terzo polo in costruzione è venuto via dal centrodestra e si è creata una formazione politica in nuce, in embrione, che deriva dal rifiuto di una piegatura populista del centrodestra”.
A detta del segretario del Pd, queste sono forze che ”paiono volersi dislocare verso il centro dello schieramento e con queste noi siamo intenzionati e disposti a discutere. Quindi non mi pare affatto che il problema sia nel senso di un isolamento della proposta di centrosinistra, di un partito di centrosinistra come il nostro – sottolinea Bersani – anzi: per noi è l’occasione di rivolgerci a tutte le forze di opposizione perché non solo si vada contro Berlusconi ma si veda oltre Berlusconi. Per una fase – continua il numero uno del Partito Democratico – che faccia una riforma della Repubblica e proponga un grande patto per il lavoro e la crescita così da uscire da una fase ormai decennale ed entrare un un’altra fase. Su questo noi lavoreremo su una nostra piattaforma da mettere a confronto”.
Bersani non fornisce, tuttavia, una risposta chiara in merito alla scelta di privilegiare un’alleanza con il terzo polo, piuttosto che con Di Pietro e con la sinistra. ”Io – spiega – voglio far uscire con tutte le forze che ho il dibattito dal politicismo. E’ ora di parlare di Italia, abbiamo davanti un sacco di problemi”. Peranto – aggiunge – il Pd, ”che è la più grande forza di opposizione”, deve presentare ”una piattaforma di riforme, che riguardano la democrazia e il lavoro” chiedendo che ”su quelle si apra un confronto con tutte le forze di opposizione. Chiedendo a tutte – continua – di non autoescludersi da un percorso che può riconoscere le differenze tra le forze, ma deve portare anche a uno sforzo comune per uscire da questo decennio”.
L’invito, insomma, è a fare ”uno sforzo comune perché le distorsioni e i disastri sono stati troppo gravi per pensare di uscirne facilmente senza la generosità di uno sforzo comune, mettendo da parte egoismi e personalismi”.
Raffaele Emiliano