Lula ha deciso: Cesare Battisti resta in Brasile

Cesare Battisti resta in Brasile. E’ arrivata nel pomeriggio la decisione del Presidente Luiz Iniacio Lula da Silva, nell’ultimo giorno del suo mandato. Il seguito della vicenda sarà ora tutto sulle spalle della nuova presidente Dilma Rousseff, creatura politica dello stesso Lula.

Già, perché la storia giudiziaria dell’ex militante dei Poteri Armati per il Comunismo non è destinata a concludersi oggi. “E’ una scelta contraria al più elementare senso di giustizia, ha affermato in una nota il Premier italiano Silvio Berlusconi. E il ministro degli Esteri Frattini ha già incaricato l’ambasciatore italiano a Brasilia Gherardo La Francesca di chiedere alla stessa Rousseff una revisione della decisione.

L’amarezza per l’esito della vicenda viene soprattutto dopo che nel 2009 la Corte Suprema del Brasile si era pronunciata a favore dell’estradizione di Battisti, il quale ha sempre negato di aver commesso gli omicidi che, secondo la magistratura italiana, avrebbe commesso in Italia negli anni ’70. Ma sono i suoi stessi ex compagni di militanza a smentirlo. A partire da Arrigo Cavallina, tra i fondatori dei Proletari armati, che ha conosciuto Battisti nel carcere di Udine nel 1977: “Se avesse detto la verità al processo – afferma a Repubblicasarebbe fuori da un pezzo.” Al tempo stesso, però, ieri si augurava che Battisti non subisse l’estradizione, perché “sarebbe (stata) soltanto la soppressione di un’altra vita, e alla fine non (sarebbe servito) a ripagare nulla.”

Resta da vedere quali saranno le prossime mosse del governo italiano. Sempre Frattini, che ha espresso sconcerto e profonda delusione per la decisione di Lula, si è già detto intenzionato ad “utilizzare immediatamente tutti i possibili margini offerti dall’ordinamento giuridico brasiliano per ottenere nei tempi più rapidi la sospensione della procedura di scarcerazione”. Commenti sulla notizia della giornata arrivano anche da Futuro e Libertà, con Italo Bocchino che parla di “un sonoro schiaffo alla politica estera italiana e dimostra che la diplomazia delle pacche sulle spalle, appena si arriva alle cose serie, finisce per diventare la diplomazia dei calci nel sedere”.

Intanto sulla negata estradizione a Battisti si è pronunciato anche Napolitano, esprimendo “delusione, amarezza e contrarietà. Mi appare incomprensibile la decisione, le cui motivazioni appaiono tanto infondate quanto insensibili alle garanzie dell’ordinamento giuridico e alla tradizione democratica del nostro Paese”.

Cristiano Marti