Non c’è tregua nella lotta al terrorismo. Il 2011 in Pakistan è iniziato nel segno dei morti. Nel nord del Waziristan, infatti, tre attacchi di droni americani hanno ucciso 15 persone. L’attacco, secondo fonti di sicurezza, sarebbe avvenuto contro presunti nascondigli talebani. Colpito anche un veicolo che trasportava militanti islamici.
Prosegue così la guerra infinita degli Usa contro Al Queda e il terrorismo internazionale; in particolare contro i talebani rifugiati in Pakistan che nel 2010 hanno subìto circa un centinaio di attacchi da parte dei droni statunitensi, con un bilancio di oltre 650 morti. Negli ultimi tre mesi, però, le operazioni si sono intensificate e lo stesso attivismo della Cia dimostra che Washington rafforzerà ulteriormente la caccia ai talebani.
Riguardo all’attacco di oggi, un responsabile della sicurezza a Miranshah ha raccontato che i primi due assalti hanno provocato la morte di 11 persone: “I droni hanno lanciato quattro missili e almeno sette miliziani sono rimasti uccisi.” Nel terzo attacco, invece, avvenuto a Mandi Khel, città a 25 Km a nord di Miranshah, hanno perso la vita altre quattro persone. Fonti della sicurezza pakistana dicono che gli uomini rimasti uccisi erano legati ad Hafiz Gul Bahadur, miliziano di Tehrik-i-Taliban, l’organizzazione dei Talebani pakistani, ritenuta dallo stesso Paese confinante con l’Afghanistan una delle principali minacce per la sicurezza nazionale.
Già nel marzo scorso, infatti, i vertici militari di Islamabad avevano chiesto agli Stati Uniti nuovi aiuti finanziari a sostegno della lotta ai talebani. Secondo il Report on Progress toward Security and Stability in Afghanistan, molti gruppi estremisti hanno la loro base in Pakistan: da Al Queda a Lashkar-e-Taiba, fino alla stessa Tehrik-i-Taliban. L’attacco di oggi era in programma da tempo: già nello scorso Aprile fonti pakistane avevano rivelato al New York Times che Islamabad stava preparando una massiccia offensiva nel nord del Waziristan, regione dove avrebbe le sue basi anche il gruppo del clan Haqqani, responsabile di numerose azioni e incursioni suicide a Kabul, Khost, Gardez, Jalalabad e Bagram.
Cristiano Marti