Stop all’ennesimo documentario su Michael Jackson, What Really Killed Michael Jackson (L’autopsia di Michael Jackson: che cosa l’ha davvero ucciso).
Il network Discovery Channel avrebbe dovuto mandare in onda, il prossimo 13 gennaio, un nuovo docu-film sulla compianta star, ma l’argomento intorno al quale il filmato ruotava era dei più feroci: la sua autopsia.
Le forti critiche e polemiche provenienti dagli stessi fan di Jacko e dal suo intero entourage, hanno costretto Discovery Television Network a rimandare a tempo indeterminato la programmazione del documentario.
È quanto rendono noto gli esecutori testamentari del cantante, che si erano mobilitati contro il network già il 30 dicembre scorso, chiedendo la cancellazione del programma, giudicandolo “insensibile” e “di cattivo gusto”.
La programmazione del filmato, poi, sarebbe andato in onda in concomitanza con gli sviluppi legali sulla morte del cantate: ricordiamo che Conrad Murray, ex medico di fiducia della star, è indagato per omicidio colposo, e il prossimo 4 gennaio affronterà per la prima volta il processo in aula. Anche per questa ragione, l’emittente ha deciso di rinviare a data da definire lo show.
La Michael Jackson Estate accoglie la decisione con favore, confermando che “lo show è di pessimo gusto”.
L’amministratore delegato di Discovery Channel, David M. Zaslav, aveva ricevuto una durissima lettera scritta dall’avvocato John Branca e dal manager musicale John McClain. Questi denunciavano, in particolare, uno “scioccante cattivo gusto, insensibile alla famiglia di Michael”, una messa in onda, quindi, per trarre unicamente del profitto economico.
Particolarmente offensivo, poi, è stato ritenuto anche il manifesto pubblicitario in cui è ritratto un cadavere steso su un lettino e coperto da un lenzuolo bianco, da cui emerge una mano che indossa l’iconico guanto bianco della star.
In conclusione, per l’avvocato e il manager musicale, il documentario era “motivato solo dal cieco desiderio di trarre profitto dalla morte di Michael, cercando di ingannare cinicamente il pubblico portandolo a credere che questo spettacolo abbia un serio valore scientifico”.
Carmine Della Pia