“Il Governo risponderà con ogni mezzo possibile” alla negata estradizione dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti e “fedeli all’impegno che tutte le istituzioni hanno sempre dimostrato per risolvere questo caso – da quello anche personale del capo dello Stato, a quello del governo, della diplomazia – faremo ricorso al tribunale Supremo contro la decisione di Lula, che ha sorpreso perfino giudici brasiliani di fama”. A dichiararlo è il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervistato dal ‘Corriere della Sera’.
“E’ impensabile che si possa derogare ad un trattato bilaterale – aggiunge Frattini – adducendo come motivazione che per Battisti il ritorno in Italia comporterebbe l’aggravamento della sua posizione o rischi personali. Ma scherziamo?“, si chiede ancora il ministro degli Esteri, sottolineando che “non è l’Italia il Paese dei desaparecidos, non è qui che in galera si tortura, si uccide o vengono fatti sparire i detenuti”.
Il titolare della Farnesina si dice convinto che il no all’estradizione giunto dal Brasile sia “un precedente gravissimo che potrebbe influire sul destino di tanti latitanti. Non può passare il segnale che il Brasile è il Paese dove si può ripetere il caso Battisti. Non è accettabile che dopo la dottrina Mitterand si diffonda l’idea che esiste una dottrina Lula”.
Il ministro degli Esteri, che ieri aveva fatto consegnare una lettera al successore di Lula, “conta sulla decisione alla quale con ogni probabilità sarà chiamata il presidente Dilma Roussef, che in pubblico si è già detta favorevole all’estradizione”.
In merito ad eventuali ripercussioni sul piano dei rapporti bilaterali, e sulla ratifica, prevista proprio per il mese di gennaio, del trattato di partenariato fra Italia e Brasile, Frattini afferma: “Ci sono interessi profondi, ma in questo clima non vedo così facile l’approvazione del trattato. Magari non sarà bocciato, ma potrebbe essere accantonato, rinviato. Perché – conclude amareggiato il Ministro – ci sono principi che valgono più di tutto, e la lotta al terrorismo non può tollerare buchi neri come quelli provocati da Lula”.
Raffaele Emiliano