È venuto a mancare l’attore inglese Pete Postlethwaite, ucciso da un lungo e logorante cancro ai testicoli. A 64 anni di età l’attore di Warrington ha lasciato una moglie, due figli e una brillante carriera cinematografica iniziata nel ’77 e ancora nel pieno del suo fulgore.
Una faccia di quelle che restano impresse: naso schiacchiato, occhi grandi e profondi, la fronte costellata di rughe d’espressione capaci di conferire ai suo personaggi un impatto unico. Chiunque abbia visto un film con Postlethwaite è impossibile che al film successivo non abbia pensato: “Ehi, ma questo l’ho già visto!”. Anche se i ruoli da protagonista non erano il suo forte (memorabili invece molti suoi ruoli da caratterista) l’attore inglese si appiccicava come un post-it alla memoria fotografica di tutti gli spettatori, cinefili e non, finendo spesso per essere identificato con i suoi (spesso cattivi) personaggi.
Qualche esempio? Chi, dopo aver visto I soliti sospetti di Brian Singer, non l’ha identificato con il braccio destro di Kaiser Söze, il famigerato Kobayashi? E chi non ha amato la sua parte accanto a Daniel Day-Lewis in Nel nome del padre (tra l’altro, la sua unica e strameritata candidatura all’Oscar)? Un certo regista di nome Steven Spielberg lo ha scelto per ben due volte come interprete (in The lost world: Jurassic Park e in Amistad) e per lui, in seguito, ha avuto solo parole di lode. “È l’attore migliore del mondo“, aveva dichiarato il regista americano. E a lui un po’ di credito lo si deve dare, anche se l’attore era stato il primo a minimizzare la cosa con un po’ di sano humour britannico: “Sono sicuro che Spielberg – dichiarò Postlethwaite – in realtà abbia detto: ‘Il problema di Pete è che pensa che sia il miglior attore del mondo’ “.
La sua ultima apparizione è stata nell’osannato Inception di Christopehr Nolan, in cui interpretava il breve ma intenso ruolo del padre morente di Cillian Murphy. Un oscuro presagio, hanno detto alcuni; ma vista l’ambientazione della scena, palesemente ripresa da 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, da grande professionista e amante del cinema qual era non si poteva immaginare un ambientazione migliore per il suo ultimo regalo agli appassionati di cinema di tutto il mondo.
Roberto Del Bove