Khodorkovsky, Casini a Berlusconi: “Si impegni per la tutela dei suoi diritti”

Il governo si attivi perché siano tutelati i diritti alla difesa di Mikhail Khodorkovsky, il fondatore della compagnia petrolifera Yukos, in prigione dal 2003 e ora accusato di appropriazione indebita e riciclaggio di denaro in relazione al presunto furto di 350 milioni di tonnellate di petrolio dalla compagnia diretta dallo stesso assieme al socio Platon Lebedev (equivalente all’intera produzione di sei anni). A chiederlo, in una lettera inviata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, ricordando che il 23 settembre 2009 la Camera dei Deputati “ha discusso ed approvato una mozione di cui sono primo firmatario, nella quale si impegna il governo ad attivare ogni canale diplomatico possibile al fine di garantire il rispetto dei diritti umani e del diritto alla difesa di Mikhail Khodorkovsky, di Platon Lebedev e, in generale, dei cittadini russi. La mozione ha ottenuto – fatto piuttosto insolito in questa legislatura – un voto favorevole molto ampio da destra a sinistra, con la sola astensione della Lega”.

“Successivamente all’approvazione della mozione – continua il numero uno dell’Udc – ho sollecitato più volte il Governo da Lei presieduto a darne concreta attuazione, anche attraverso lettere pubbliche. Più volte Le ho chiesto di farsi carico, nelle sue visite ufficiali e nei suoi viaggi a Mosca, di rappresentare l’istanza contenuta nella mozione approvata dal Parlamento e dare quindi concreta attuazione all’impegno assunto dal Governo. Il processo a Mikhail Khodorkovsky e Platon Lebedev si è concluso qualche giorno fa con la condanna al carcere fino al 2017. Il caso Khodorkovsky le è ampiamente noto – scrive ancora il leader centrista nella lettera-appello rivolta al premier -. Si tratta dell’ex magnate della compagnia petrolifera Yukos, e del suo socio Platon Lebedenev, in carcere dal 2003, dopo essere stati arrestati con le accuse di truffa ed evasione fiscale e successivamente condannati ad otto anni di detenzione in Siberia. Nel 2007 avrebbero potuto ottenere la libertà condizionata, secondo le leggi nazionali russe, avendo scontato metà della pena, ma l’improvvisa emersione di particolari d’indagine inediti ha impedito questa eventualità. Successivamente sono state avanzate nei loro confronti nuove accuse di truffa e riciclaggio che hanno determinato l’esito processuale dei giorni scorsi”. “Una condanna che ha suscitato le ferme e dure reazioni di tutte le principali democrazie mondiali, a partire dal segretario di stato americano Hillary Clinton fino alle cancellerie europee più autorevoli – prosegue Casini -. Il tema del rispetto dei diritti umani e di difesa in Russia costituisce un indicatore della possibile involuzione del processo democratico che non è possibile sottovalutare. La invito nuovamente, pertanto, ad attivarsi personalmente e concretamente, scegliendo la strada della giustizia e della certezza del diritto. Signor Presidente del Consiglio, Le relazioni economiche e commerciali sono importanti e la Russia rappresenta senz’altro un partner strategico per il nostro Paese, specialmente sul fronte energetico. Ma il rispetto e la tutela della dignità umana, hanno un valore assai superiore”. “E’ noto il legame di amicizia personale che La unisce al primo ministro russo e allo stesso presidente Medvedev. Un rapporto di cui Lei stesso in più occasioni si è dichiarato orgoglioso e che ritengo possa consentirLe di chiedere proficuamente al Cremlino, al suo primo ministro e soprattutto all’attuale presidente Medveded , un impegno concreto e verificabile per il rispetto dei diritti umani e del diritto alla difesa di Mikhail Khodorkovsky, Platon Lebedev e di tutti i cittadini russi – conclude Casini -. Signor Presidente è arrivato il momento che Lei assuma su di se l’impegno e l’indicazione che il Parlamento ha affidato al Governo, è arrivato il momento di prendere una posizione precisa di fronte ad una sentenza preoccupante. Sono certo che l’assunzione di questa responsabilità non potrà che fare onore a Lei come Presidente del Consiglio e come leader politico e al nostro paese, l’Italia”.

Raffaele Emiliano