Lega: il voto a Marzo anche col federalismo in mano

Il governo attaccato ad una spina. Quella del federalismo. Se nel discorso di fine anno Silvio Berlusconi aveva garantito la tenuta del governo fino a fine legislatura, adesso i tempi per l’esecutivo sono tornati ad accorciarsi. E a tenere in mano la clessidra è, come nel ’94, la Lega.

Da un lato il ministro della Semplificazione Calderoli nei panni del mediatore, che cerca di portare a casa quei consensi decisivi fra le opposizioni che potrebbero spianare la strada al federalismo. Dall’altra c’è il leader, Umberto Bossi, che da Ponte di Legno lancia l’ultimatum delle camicie verdi: se entro il 27 Gennaio il progetto leghista non sarà portato a termine, il voto sarà inevitabile, con le urne da allestire già a fine Marzo. Un’accelerazione improvvisa che, secondo Alberto D’Argenio (Repubblica), svela tutte le pedine in forza alla Lega: “Il Carroccio è certo di poter andare avanti anche a Camere sciolte e di poter mantenere in vita la delega sul federalismo anche in caso di urne.

Il 21 Maggio, infatti, scade la delega per approvare i decreti attuativi. E con le elezioni a Marzo, se Berlusconi dovesse vincere ancora “la Lega – scrive sempre D’Argenio – cercherebbe di riprendere in mano i dossier, e con circa un mese a disposizione tentare di incassare i decreti restanti” giusto in tempo per la scadenza della delega.

Previsioni, quindi, che nulla hanno a che vedere con una maggioranza più o meno forte alla Camera. Se il federalismo dovesse passare con qualche voto dell’opposizione la Lega avrebbe comunque raggiunto il suo risultato. Poco importa, poi, quale sarà il futuro del governo. Anzi. Probabilmente a quel punto la stessa Lega avrebbe ancora più interesse ad andare al voto. Presentarsi alle urne col sogno federalista appena realizzato significherebbe fare il pieno di voti al nord e tornare in Parlamento più forti di prima.

Visto in quest’ottica il Governo sta diventando una comoda palestra elettorale per il Carroccio. Per il Pdl, invece, si sta trasformando tutto in un masochistico accanimento terapeutico nel quale si cerca di tenere in vita il corpo politico di due anni fa. Con un solo particolare: se gli uomini del Premier pensano che accontentare la Lega sia la cura più efficace, per il Carroccio ottenere il federalismo potrebbe essere il primo passo per alzare la posta in gioco. E a quel punto la spina la staccherebbe comunque.

Cristiano Marti