Torna ad accecarci un’innegabile evidenza: l’eterna attualità dei classici. Può Eschilo, morto quattrocentocinquanta anni prima che nascesse Gesù Cristo, farsi capire appieno da persone che vivono nell’era dei computer, di facebook e degli aeroplani che annullano distanze immani? Evidentemente sì.
Prometeo, secondo la mitologia, era un titano che, reo di furto del fuoco divino, successivamente donato agli esseri umani, fu condannato da Zeus ad una pena a dir poco atroce. A Prometeo veniva divorato il fegato da un’aquila ogni giorno. Di notte il suo fegato ricresceva, così da poter essere dilaniato nuovamente il giorno successivo dal rapace. Nel “Prometeo Incatenato” di Eschilo troviamo il racconto di un’invettiva sottile e coragiosa. La staticità dello spettacolo, che gira intorno alla figura di Prometeo, incatenato per ordine di Zeus a causa della propria colpa, incrementa un tipo di pathos decisamente forte. Cosa vi è di attuale in quest’opera? Certamente la lotta schietta e tenace di Prometeo, che preferisce morire piuttosto che rivelare un importante segreto di cui è a conoscenza. Il segreto che Prometeo tace riguarda la probabilità della disfatta di Zeus. Prometeo sceglie la libertà degli dèi e degli uomini dal potere capriccioso e quasi tirannico di Zeus piuttosto la propria libertà.
Il coraggio del titano Prometeo è agguerrito ed umanizzato, così come lo è da sempre nella mitologia e nel teatro greco la figura di ogni creatura divina.
Al Teatro Vascello, dal tredici al ventitre Gennaio, Alberto Di Stasio porterà in scena l’attualissima opera di Eschilo, per la gioia di tutti gli amanti dei classici e di tutti gli idealisti senza tempo.
Nel ruolo di Asia ci sarà Anna Basti; Oceano sarà interpretato da Gianni Caruso e Dione da Elettra Mallaby. Idua, Io ed Ermes saranno rispettivamente Aurora Pica, Gloria Pomardi e Daniela Ricci. Nel ruolo di Prometeo troveremo lo stesso regista ed allestitore scenico dell’opera: Alberto di Stasio.
Martina Cesaretti