A volte ritornano; Dan Peterson è stato presentato oggi al pubblico quale allenatore della squadra meneghina di pallacanestro, l’Armani Jeans.
Un ritorno davvero clamoroso, dopo 23 anni di assenza sulla panchina dove aveva vinto tutto.
Ecco le primissime parole del coach: «Sono felice, avrò sicuramente l’emozione del debuttante. Proli mi deve una notte di sonno, non ho dormito stanotte. Sento una grande responsabilità verso Milano, i tifosi e tutti quanti, sono entusiasta e onorato. All’Armani, come all’Olimpia, non si poteva dire no».
I più giovani ricorderanno anche la folgorante carriera di Peterson in qualità di commentatore televisivo.
«Anche alla tv devo molto. Mi ha tenuto in pista, come un giornalista. Quando è arrivata l’offerta di Proli, però, sapevo già che era ciò che volevo fare. Un ‘Nano ghiacciato’, mi sono sempre sentito così, come mi chiamarono al mio arrivo a Milano. Un solo anno di contratto? Giusto così, a fine stagione valuteremo com’è andata. Tra cinque giorni avrò 75 anni, se Milano a fine campionato scegliesse un grande allenatore sarei contento. Intanto spero che domani ci saranno tanti tifosi, l’energia del pubblico è sempre stata un vantaggio per me che allenavo».
E ancora: «Non fumo e non bevo, la mia vita normale e la pressione bassa mi aiutano, per questo mi chiamano il ‘nano ghiacciato’. Io vecchio? Sono quasi coetaneo di Elvis e lui è ancora di moda. Ricordo che la prima volta che arrivai in Italia non credevano che fossi americano. Il mio modo di parlare? Resta. Allenare ti tiene giovane perché stai in contatto con giovani. Io sono un osservatore di tutto, imparo anche dal calcio, quelli che vincono davanti a 75mila spettatori qualcosa da insegnare ce l’hanno. Leggenda rovinata se fallisco? Ho considerato la possibilità di perdere e non ho paura. Potevo starmene a casa ma ho sentito il richiamo della foresta. Sarò un bersaglio, lo so. Ho allenato contro i più grandi e non vedevo l’ora di affrontarli, ora sono io quello contro cui tutti vogliono giocare».
Valeria Panzeri