Hillary Clinton e Hugo Chávez Frias, il presidente venezuelano, si sono stretta la mano, ma dai loro occhi traspariva un’antipatia che poco aveva a che fare con quel gesto d’amicizia. Un incontro falso-cordiale della durata di quindici minuti tra i due personaggi politici.
Dopo questa stretta di mano a Brasilia, durante la celebrazione per l’insediamento del nuovo presidente brasiliano Dilma Rousseff, nulla è cambiato.
L’ambasciatore venezuelano Bernardino Alvarez Herrera, in risposta al veto di Caracas alla nomina dell’ambasciatore Larry Palmer, è stato revocato definitivamente. Alvarez non potrà rientrare a Washington. Chávez aveva accusato Palmer di aver gettato discredito sulle forze armate venezuelane e Washington aveva replicato dicendo che Caracas avrebbe dovuto prendersi ogni responsabilità a causa di questo rifiuto. Il caudillo di Caracas, con il suo solito ‘cattivo gusto’ aveva lanciato la sfida alla Casa Bianca a rompere qualsiasi relazione con il Venezuela.
Il popolo venezuelano intimorito dalle possibili conseguenze derivate da ogni esternazione contro Chávez parla sono quando si sente al sicuro. La maggior parte dei giornalisti che non appoggiano né il governo di Chavez e tanto meno i suoi modi, scrivono dall’estero. Emittenti radio/tv, stampa e ora anche Internet, sono completamente imbavagliate nel paese di Simòn Bolivar. Resta alta la preoccupazione per gli armamenti venezuelani che sarebbero stati forniti dalla Russia e la pericolosissima amicizia fraterna con il capo di Stato iraniano.
Il Venezuela è diventato il primo paese tra i più pericolosi in fatto di delinquenza per le strade.
Palmer aveva anche parlato di una presunta copertura fornita dal governo venezuelano alla guerriglia colombiana e dall’influenza di Cuba sull’esercito di Chavez. Le relazioni tra i due paesi sono incrinate e già nel 2008 il Venezuela espulse l’ambasciatore americano Patrick Duffy, come gesto di solidarietà per la scelta di Bolivia contro l’America.
Tremerebbero anche gli italiani che, dopo una vita di lavoro in Venezuela, non vedono più un futuro per i loro figli che, malgrado siano nati e cresciuti in quel paese, sono costretti ad abbandonarlo poiché si starebbe trasformando in una sorta di Cuba e ora, con il bavaglio a Internet non ci sono più possibilità di capire cosa stia realmente accadendo.
Cosmo de La Fuente