E’ necessario “un dialogo più costruttivo” sul nodo Fiat. Ad auspicarlo è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che a proposito delle polemiche scoppiate intorno al piano Marchionne dichiara: “Il modo di affrontare questo problema soprattutto per quanto riguarda il punto delle modifiche che possono scaturire nell’ambito delle relazioni industriali sono oggetto di contenzioso. Ma io mi auguro che si trovi il modo più costruttivo possibile per dialogare“. Per il capo dello Stato “ci deve essere confronto”, ma “si deve assumere questo obiettivo: tutte le parti in causa debbono riconoscere l’essenzialità di questo impegno ad aumentare la produttività del lavoro ai fini della competitività internazionale della nostra economia”.
Il rapporto tra lavoratori e vertici della principale industria automobilistica italiana in questo momento, ha spiegato Napolitano, “è difficile, un confronto che è diventato molto duro. Credo”, ha aggiunto il presidente della Repubblica, “che nessuno possa negare che esiste un problema di bassa produttività nel lavoro. Però non è una questione legata esclusivamente al rendimento lavorativo delle maestranze. La produttività dipende in larga misura anche dall’innovazione tecnologica, dalle scelte di organizzazione del lavoro, e quindi ci deve essere un confronto e si deve assumere questo obiettivo. Tutte le parti in causa – ha sottolineato Napolitano – debbono riconoscere l’essenzialità di questo impegno ad aumentare la produttività del lavoro ai fini di competitività internazionale della nostra economia”.
Intanto, si terrà domenica 9 gennaio la riunione tra le segreterie della Fiom e quella della Cgil. Il segretario generale dei metalmeccanici, Maurizio Landini, ribadisce però il no delle tute blu della Cgil alla possibilità di rientrare in gioco nell’accordo per il rilancio dello stabilimento Fiat di Mirafiori come profilato dalla Cgil, che vorrebbe evitare un ulteriore isolamento dei metalmeccanici di Corso Italia.
“Le firme tecniche non esistono: o si firma o non si firma“, dichiara Landini, secondo il quale ”c’è un’emergenza democratica vera”.
”C’è una nostra autonomia da mantenere ma pensiamo che i partiti possano esprimere giudizi e decidere come affrontare questa situazione di attacco ai diritti e alla Costituzione in Parlamento e nel Paese”, dice il leader della Fiom. ”Siamo di fronte ad un attacco ai diritti senza precedenti e il governo non sta facendo nulla di quello che dovrebbe fare per tutelare i lavoratori come succede in tutti gli altri Paesi”, conclude Landini.
Raffaele Emiliano