Brasilia, 5 gennaio. Il caso dell’ex terrorista Cesare Battisti, condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi commessi durante gli anni 70, si complica sempre di più, ritornando alla Corte Suprema. Gli avvocati dell’ex leader dei Proletari Armati hanno chiesto la sua scarcerazione, mentre le istituzioni italiane proseguono nel cercare di ottenerne l’estradizione.
Insomma, Battisti dovrebbe essere in carcere in Italia, secondo le autorità nostrane, mentre seguendo i legali del condannato ( in Italia) non dovrebbe più esserlo nemmeno in Brasile. L’ex terrorista è rinchiuso nelle prigioni brasiliane da marzo 2007. Contro quest’ultima richiesta, le istituzioni italiane hanno immediatamente presentato un provvedimento.
Sulla scorta di questi intricati elementi, la Corte Suprema brasiliana, nella persona del suo presidente Cezar Peluzo, ha deciso di riaprire il dossier di riferimento, secondo quanto riferito da Tv-Globo, un’importante emittente nazionale.
L’argomentazione degli avvocati di Battisti, seguendo quanto riferito dai media brasiliani, si baserebbe sulla non concessione dell’estradizione in Italia da parte dell’ex presidente brasiliano Ignacio Lula, decisione presa l’ultimo giorno del suo mandato e del 2010 e che ha destato scalpore e proteste in tutta Italia. L’avvocatura di Battisti, secondo quanto appreso, sostiene che, partendo da questo stato di fatto, la Corte Suprema potrebbe rilasicare la documentazione per la scarcerazione in brevissimo tempo, entro gennaio.
Secondo quanto spiegato da “La Stampa” (che riporta quanto detto dai media brasiliani), Nabor Bulhoes, legale dello Stato italiano, contesterà questa tesi, sostenendo che, solo la seduta plenaria della stessa Corte (a febbraio) possiede l’autorità di scarcerare l’ex terrorista, in quanto, l’anno scorso, era stata proprio la seduta plenaria a decidere in senso favorevole all’estradizione in Italia.
Detta in modo semplice, se la contrarietà all’estradizione di Lula, genererebbe secondo gli avvocati di Battisti una immediata possibilità di scarcerazione di quest’ultimo, il parere favorevole della seduta plenaria alla stessa estradizione sarebbe da interpretare nello stesso modo, vale a dire con la permanenza in prigione dell’ex militante dei Pac, a meno che lo stesso organo responsabile della prima decisione cambi quest’ultima in senso opposto.
In tutto questo, ci andrebbe di mezzo anche un accordo militare tra le due nazioni che il Ministro degli Esteri Franco Frattini avrebbe deciso di “congelare” fino alla risoluzione della questione.
A.S.