Fassino, occhiolino alle primarie: “Autolesionismo metterle in discussione”

Sarà l’area d’agitazione nel partito, sarà l’approssimarsi della resa dei conti interna. Sarà la candidatura a sindaco di Torino. Fatto sta che per Piero Fassino, adesso, le primarie diventano inderogabili e fondamentali. “In questo momento, con le primarie gia’ convocate in importanti citta’ che andranno in primavera alle elezioni amministrative come Torino, Napoli e Bologna, trovo autolesionistico imbarcarsi in un dibattito sullo strumento fondativo del Pd”, ha infatti spiegato il candidato dem alla guida del capoluogo piemontese, intervenendo nel confronto in atto nel partito sull’opportunita’ o meno di congelare il ricorso alla consultazione popolare prima delle elezioni. Amministrative, e soprattutto politiche, in caso la situazione all’interno della maggioranza dovesse precipitare.

“E su questo la penso come Parisi. Tra l’altro non mi pare una grande strategia quella di mettere in discussione le primarie quando invece dovremmo trasmettere entusiasmo nei nostri elettori”, ha aggiunto l’ex segretario Ds. “Penso sia piu’ opportuno archiviare questo dibattito anche perche’ le primarie le abbiamo pensate per ridurre le distanze tra la politica e i cittadini. A chi propone di superarle, chiedo con che cosa volete sostituirle? Le primarie me le sono inventate io, nel 1985 a Torino, per scegliere i candidati del Pci al consiglio comunale. Di certo – ha concluso- non voglio liquidare uno strumento che ho personalmente introdotto nel sistema politico”. Una linea unitaria, intanto, il Pd pare non averla ancora prodotta. Questo mentre è dilaniato fra Fiom e Marchionne, terzo polo e sinistra, Vendola alle costole.

v.m.