Non ce l’ha fatta il diciassettenne, Antony F., ferito lunedì scorso da un poliziotto in borghese, all’interno di una tabaccheria del centro di Napoli, dove il ragazzo aveva fatto irruzione insieme a un complice, Alessandro Diana di diciotto anni, con l’intento di rapinare l’esercizio commerciale.
Antony era stato subito ricoverato all’ospedale Loreto Mare del capoluogo campano, ma le sue condizioni fin da subito erano apparse critiche.
Questa la dinamica dei fatti accaduti lo scorso 3 gennaio: i due giovani arrivati nei pressi della tabaccheria a bordo di uno scooter sono entrati pistola in mano all’interno del punto vendita con il volto semi coperto da un cappello con visiera, nel caso della vittima, e da un casco, per quanto riguarda Diana. Dopo aver minacciato i clienti e aver sparato un colpo contro un cane rottweiler che aveva iniziato ad abbaiare contro i due, i rapinatori si stavano apprestando a riscuotere la somma di denaro contenuta nella cassa della tabaccheria quando il poliziotto fuori servizio, che era già all’interno del negozio, ha intimato ad Antony di lasciare l’arma.
Il ragazzo, per niente intimorito dalla minaccia del poliziotto, ha reagito puntandogli contro la pistola, al che l’agente ha sparato prontamente contro il ragazzo.
Una vicenda, quella di Antony e del suo complice, che ricorda le scene del film Gomorra, diretto da Matteo Garrone e basato sul libro scritto da Roberto Saviano.
Nel passato di Antony F., oggi si viene a sapere, c’è stato altro sangue e altre morti: undici anni fa esatti (era il 5 gennaio 1999) il padre veniva ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia mentre cercava di rapinare un ufficio delle poste a Secondigliano; poco meno di due anni fa, invece, fu la volta del fratello che, anche lui allora diciassettenne, perse la vita in una sorta di regolamento dei conti all’interno del clan camorristico Bosti.
Intanto sulla morte del giovane Antony, è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura napoletana per accertare quanto accaduto: i parenti e gli amici della vittima sono convinti che non si sia trattato soltanto di legittima difesa, perché il colpo che ha ucciso il ragazzo è stato diretto alla nuca e quindi con Antony voltato di spalle.
Nella foto: una scena tratta dal film Gomorra.
S. O.