Avvenire contro le bestemmie al Grande Fratello: “Volgare, urtante”


Se Alessia Marcuzzi è investita dell’insolito ruolo di fornitrice di indulgenza religiosa, l’Avvenire si esprime duramente contro il caso bestemmie al Grande Fratello.

Questa la storia: Matteo Casnici, concorrente dell’undicesima edizione di Grande Fratello, bestemmia. Si sa che la casa è la più spiata d’Italia, e nel corso delle varie edizioni, numerosi concorrenti erano stati espulsi dal programma, come da regolamento, per lo stesso motivo.

Stavolta, però, è stata fatta un’eccezione: il giovane aveva bestemmiato senza la reale intenzione di offendere.

La perplessità del gesto diventerà stupore preoccupante la settimana dopo, quando Massimo Scattarella, concorrente della scorsa edizione del reality show, biasima i dirigenti Mediaset per non aver ricevuto lo stesso trattamento.

Detto fatto: a una settimana di distanza, un altro (ex) bestemmiatore entra nuovamente in casa. La bizzarra mania, inoltre, sta coinvolgendo anche altri concorrenti espulsi per lo stesso motivo negli anni scorsi.

Il quotidiano Avvenire ha aspramente criticato la trasmissione. L’occasione è data da una lettera della lettrice Sara che si chiede il motivo per cui vi siano concorrenti non espulsi (e altri reintegrati) in trasmissione, nonostante le bestemmie, e personaggi Tv come Beppe Bigazzi che viene epurato dalla Rai perchè raccontava la bontà del gatto al forno.

“Personalmente, cara Sara, qualcosa l’ho fatta già da tempo: ho cancellato la brutta china del Grande Fratello dai miei possibili percorsi televisivi. Rifiutare certi prodotti tv è l’arma più forte di cui disponiamo, ma so anch’io che non e’ sempre sufficiente. E anche stavolta, purtroppo, ne abbiamo una prova assai chiara”, scrive il direttore, Marco Tarquinio.

Anche il meno acuto degli spettatori, ad ogni modo, ha avuto modo di riflettere circa la vera motivazione del gesto: salvare il brusco calo di ascolti della trasmissione, e la missione sembra anche riuscita.

Tarquinio, sulle pagine dell’Avvenire, afferma, al proposito: ”Ci sono ideatori di spettacoli che pur di fare ascolti e tenere accesi i riflettori programmano, ma mi verrebbe da dire premeditano, incidenti-esca. Il caso del bestemmiatore è emblematico. Dico solo questo: mentre nel mondo ci sono decine di milioni persone che soffrono e vengono uccise per la propria fede, mentre ci sono cristiani condannati a morte per blasfemia solo perché non rinunciano alla nostra fede in Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, in Italia – culla del cristianesimo e cuore della cattolicità – non si fa solo spettacolo dell’offesa a Dio e alla buona educazione che accomuna credenti e non credenti, ma si mette in scena anche il rito dell’indulgenza verso un’autentica blasfemia espressa nella sua forma più volgare e urtante”.

Carmine Della Pia