Napoli: la madre del baby rapinatore in coma, “Quel poliziotto voleva uccidere”


“Se ha sparato alla testa, quel poliziotto intendeva uccidere”, spiega la madre di Anthony, baby rapinatore ferito alla testa da un agente mentre rapinava una tabaccheria a Napoli, in via Domenico Cirillo, lunedì scorso.

Fonti sanitarie dicono che il diciassettenne stia lottando “come un leone” contro la morte: il cuore regge ancora, ma è in coma irreversibile.

La madre, Stefania, avvolta da una coperta, seduta nel corridoio dell’ospedale, si sfoga affermando: “Voglio giustizia perché quel poliziotto non doveva sparare alla testa. Sparare alla testa vuol dire essere cattivi, non vuol dire solo uccidere”.

Sulle condizioni disperate di Anthony la madre taglia corto, “Come stava, così sta, bisogna solo aspettare un miracolo. E non è vero che quel poliziotto è stato minacciato, ha sparato perché i poliziotti sono fanatici. Il proiettile è ancora nella testa di Anthony e non può essere asportato. Mio figlio sta lottando come un leone per vivere”.

È affranta perché sarebbe solo il terzo dei lutti in famiglia: il marito è morto due anni fa durante un tentativo di rapina alle poste, mentre un altro figlio è stato ucciso per conto di un clan camorristico. “Non ci sono opportunità per i giovani, questa città è morta”, spiega Stefania.

Amici e parenti sono vicini alla donna, “I medici ci hanno detto che il cuore di Anthony è forte, ma manca l’attività del cervello, questa situazione può proseguire per alcuni giorni ma anche tre mesi, un anno”, spiega il nonno del giovane.

Nonostante la situazione resti disperata, Stefania respinge l’idea che suo figlio possa morire, negando anche di aver autorizzato l’espianto degli organi in seguito al decesso, come riportato giorni fa da qualche fonte: “Gli organi di mio figlio devono restare a lui, chi ha detto o scritto il contrario ha mentito. Tra trentasei giorni Anthony compirà 18 anni, il suo cuore è forte”.

foto: Ciro Fusco

Carmine Della Pia