Processo Michael Jackson: “Il medico nascose prove e non chiamò soccorsi”


Prosegue il processo contro Conrad Murray, accusato di aver causato la morte di Michael Jackson, di cui era medico personale.

Come dimostrano i risultati dell’autopsia, la star è morta il 25 giugno 2009 per l’assunzione di una dose massiccia di Propofol, anestetico chirurgico usato come cura contro l’insonnia.

A tre giorni dall’inizio del processo, la figura del medico è particolarmente segnata da testimonianze a suo sfavore: in molti hanno biasimato la fretta di Murray nel nascondere alcune prove e il ritardo con cui è stata chiamata l’ambulanza. Pare, inoltre, che il medico legale non chiamò mai il 911, bensì furono alcuni membri dello staff ad effettuare la telefonata.

Come riportato dalla Bbc, una guardia del corpo di Michael, Alberto Alvarez, ha raccontato al giudice: “Ho chiesto al dottor Murray cosa fosse successo, e il medico mi ha risposto, Ha avuto una reazione, una reazione negativa”. In seguito, lo stesso medico ordinò alla bodyguard di buttare via tutto l’armamentario medico prima di chiamare gli infermieri.

Il pubblico ministero ha, infatti, dichiarato: “Il medico ha eliminato tutte le possibili prove dalla scena, prima di chiamare l’ambulanza, una volta trovata la star priva di sensi”. Il 911, poi, è stato chiamato dallo staff di Jacko, e non dal medico, solo venti minuti dopo aver visto il cantante privo di sensi.

Prima della morte, erano state iniettate dosi di Valium, all’1.30 di notte, e Propofol alle 11 del mattino successivo. Poche ore dopo, Michael sarebbe svenuto, prima di morire.

Un altro testimone, Faheem Muhammad, capo della sicurezza di Michael Jackson, ha dichiarato: “Sono entrato nella stanza di Michael dopo essere stato avvertito dell’emergenza e Murray mi ha chiesto di portare una guardia medica che potesse eseguire il massaggio cardiaco. La cosa mi ha sorpreso molto, perché Murray e’ un cardiologo”.

Sul comportamento strano del medico, l’uomo ha aggiunto: “Agiva un modo agitato, e praticava le tecniche di rianimazione con una mano sola, intanto chiedeva a un membro dello staff di raccogliere tutte le medicine nella stanza”.

Il testimone ha concluso affermando che, mentre “Il corpo del cantante aveva occhi e bocca aperti”, la scena era resa ancora più tragica per la presenza della figlia, Paris, che era “seduta sulla porta e piangeva”.

Nel corso dei prossimi giorni, 35 testimoni cercheranno di allegerire la compromessa situazione del dottor Conrad Murray.

Carmine Della Pia